Ira in via Beato Pellegrino: "Un buco da sette milioni di euro"

PADOVA. «I dirigenti dell’Ira hanno presentato bilanci falsificati per anni, creando un buco di 6,8 milioni di euro. E’ un ente che va immediatamente commissariato». A denunciare il buco milionario di Alta Vita Ira, l’istituzione pubblica di assistenza e beneficenza per anziani di via Beato Pellegrino, stavolta sono i grillini Jacopo Berti e Giuliano Altavilla, rispettivamente consigliere regionale e comunale del Movimento Cinque Stelle.
Prima di loro lo avevano già fatto i sindacati (Cgil, Cobas, Cisl, Uil e Rsu Ira), che quasi due anni fa avevano scoperto il vaso di Pandora, provocando uno stato di agitazione tra i dipendenti dell’ente, presieduto attualmente da Stefano Bellon. Un anno dopo anche il sindaco Bitonci aveva chiesto direttamente al governatore Luca Zaia di verificare che i conti fossero apposto e di commissariare l’istituto, che oltre alla sede centrale conta il pensionato Piaggi di piazza Mazzini, l’istituto Bolis a Selvazzano e il centro diurno Gidoni a Terranegra.
ISPEZIONE. Da allora è partita un’ispezione da parte del servizio di vigilanza sul sistema socio-sanitario della Regione ordinata da Zaia, che avrebbe appurato la drammaticità dei fatti: «Già da un primo esame dei documenti contabili, emergeva, all’evidenza, la presenza presso l’Ipab, di un deficit di cassa di 6.150 milioni di euro» si legge sul documento dell’ispettorato, firmato dal dirigente capo, Stefano Danieli. Dopo la richiesta di chiarimenti sulla gestione ordinaria e straordinaria dell’ente, i nodi sarebbero venuti al pettine: «E’ emerso che l’importante deficit di cassa andasse ascritto alle operazioni patrimoniali condotte dall’ente e, segnatamente, alla realizzazione del centro servizi denominato ‘Palazzo Bolis’ di Selvazzano Dentro.
Dalla ricostruzione dello storico» scrivono gli ispettori della Regione «è emerso che il finanziamento di tale opera, costata all’ente oltre 21 milioni di euro, per la gran parte si è basato su alienazioni immobiliari (oltre 15 milioni), che, però, risultano non ancora essere effettuate». In sostanza, il ‘Bolis’ sarebbe stato costruito con soldi provenienti dalla vendita di immobili e poi messi in bilancio. Vendita che, in realtà non sarebbe mai avvenuta. «L’ente, stando al documento del servizio di vigilanza socio-sanitario, è tecnicamente saltato. Ora tutte le carte sono alla Corte dei Conti, ma la Regione deve assolutamente commissariare l’ente che da 10 anni è gestito da uomini del Pd (sia Bellon che il suo predecessore Tino Bedin sono stati nominati dall’allora sindaco, Flavio Zanonato, ndr)» hanno chiesto Berti ed Altavilla.
PASSIVO. Il passivo totale, stando però al bilancio 2013, l’ultimo a disposizione del servizio di vigilanza regionale, sarebbe di 6.87 milioni di euro. «Si ritiene che l’avanzo di amministrazione rilevato dall’Ipab, pari a 587mila euro vada ricostruito, correggendolo per effetto dei residui attivi e passivi, e individuando il reale risultato di amministrazione in un disavanzo di euro 6.87 milioni. La situazione risulta piuttosto critica» si legge nella relazione del dirigente del Craup (centro per anziani ‘Umberto I’) consultato dalla Regione, che certificherebbe come nei bilanci Ira sia scritto un attivo di quasi 600mila euro, mentre in realtà ci sarebbe un passivo di quasi 7 milioni.
ESTERNALIZZAZIONI, DIPENDENTI E PAZIENTI. «Ormai da due anni sia i lavoratori che le famiglie dei poveri anziani ricoverati si lamentano per la qualità scadente del servizio, anche perché l’ente è sotto organico» ha evidenziato il pentastellato Giuliano Altavilla «ma nonostante questo il neodirettore del personale ha appena preso un premio da 10mila euro». Molti servizi, tra cui ristorazione e lavanderia, sono stati esternalizzati ad una cooperativa, dando vita a tensioni tra i dipendenti che hanno ricevuto l’ordine scritto (esiste una circolare dirigenziale che lo dimostra) di non raccontare nulla di ciò che accade all’interno dell’istituto, né alla stampa, né attraverso i social network e né a terzi.
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