Irene e quel sottile piacere di dettar mode e consumi

ALBIGNASEGO. «Quando ho dovuto spiegare a mia nonna che lavoravo con Instagram ci ha messo un po’ a capire, ma poi alla fine mi ha difesa e incoraggiata».
Irene Pila è una ragazza padovana di 25 anni che – partendo dal nulla – ha saputo sfruttare al massimo le potenzialità di internet e di Instagram in particolare.
Si tratta del social network da 500 milioni di utenti che consiste in una piattaforma digitale dove poter condividere foto e video, di cui Irene è diventata una influencer, ovvero una persona che viene seguita da migliaia di altre persone e che quindi tramite le sue pubblicazioni può influenzare le scelte d’acquisto, e non solo, di chi la segue sul social network.

Oltre 60 mila persone, infatti, ogni giorno restano informate su cosa mangia, su come si veste, su come sta, sui suoi progetti e sui suoi consigli per gli acquisti.
Non siamo ai livelli di “mostri sacri” del settore come Chiara Ferragni, la fashion blogger italiana più famosa al mondo con 8,5 milioni di seguaci, ma rimane un numero ovviamente enorme per una ragazza della porta accanto.
Tanto per capire la portata del suo seguito, politici nazionali come Salvini e Berlusconi su Instagram si fermano a 53 mila, in Italia solo Renzi riesce a superarla con 75 mila “seguaci”.

«Sono cresciuta ad Albignasego e dopo essermi diplomata in lingue allo Scalcerle faticavo a trovare un lavoro serio a Padova: al massimo commessa part-time all’Ipercity. Era l’inizio del 2012 e in Italia eravamo nel pieno della crisi economica» spiega Irene «Così con il mio ragazzo abbiamo preso e siamo scappati a Londra: abbiamo anticipato di qualche anno un enorme esodo che sta scemando solo ora per colpa della Brexit. L’impatto è stato complesso per la lingua, l’inglese parlato è totalmente diverso da quello imparato a scuola, ma appena dopo due giorni ho trovato lavoro: aiutavo un signore a vendere frutta coperta di cioccolata. La mia famiglia mi ha sempre insegnato il valore dell’umiltà e per questo ho accettato di partire dal basso e alzare cassette di frutta tutto il giorno, ne vado orgogliosa. Al contrario dell’Italia, però, a Londra ho trovato molta meritocrazia e quindi in poco tempo sono riuscita a fare carriera diventando traduttrice».

Nel frattempo Irene ha anche costruito il suo piccolo impero virtuale.
Attraverso le foto del suo profilo Instagram e con la creazione di un sito e di un canale Youtube, ha portato a spasso con sé per la città i suoi seguaci, raccontandone le stravaganze, mostrandone i colori e facendone assaporare i profumi.
«Mi sono letteralmente innamorata di Londra e ho unito questo mio amore con la passione per la fotografia. Ho iniziato a postare quotidianamente foto dei vicoli, delle strade, degli edifici e dei monumenti, ho mostrato a tutti quel fantastico mondo londinese e le persone che mi seguivano sono aumentate giorno dopo giorno, contente di essere portate con me in questa avventura», spiega Irene, «Presto ho aperto anche un sito in cui davo consigli e indicazioni ai ragazzi che volevano trasferirsi a Londra: che zona scegliere per andare a vivere, come trovare lavoro, come aprire un conto corrente, che abbonamenti fare della metro, quali sono i migliori ristoranti e cose così. Per strada incontravo gente che mi riconosceva e mi ringraziava per quello che facevo».
Un seguito che ha reso il suo profilo sempre più importante e conosciuto, pure dopo il suo ritorno in Italia, con tappa prima a Padova e poi a Milano, attirando anche l’interesse di marchi prestigiosi che ora anche tramite lei si fanno pubblicità.
«Dopo aver raccontato Londra, ho cominciato a raccontare me. Credo di essere apprezzata da chi mi segue per la mia spontaneità e perché gioco con le mie imperfezioni e non le nascondo, le ragazze che mi seguono mi vedono di fatto come un’amica e vengono a trovarmi da tutta Italia per conoscermi. Non sono una vera fashion blogger, perché non parlo solo di moda, parlo un po’ di tutta la mia vita: sono definita una “influencer”, ovvero una persona a cui le altre persone chiedono consigli. C’è ovviamente chi mi scrive per chiedermi dove ho comprato una borsa, ma anche chi mi chiede consigli su cosa fare della propria vita dopo il diploma. Instagram lo ritengo un secondo lavoro che mi permette di arrotondare, il meccanismo è quello del marketing di influenza: le aziende che vogliono pubblicità mi pagano per avere spazi sul mio profilo. Io però ho deciso di essere “sincera” con chi mi segue e accetto di fare pubblicità solo a marchi che apprezzo anch’io, altre proposte le ho rifiutate. Ho collaborato negli ultimi anni con nomi come Intimissimi, Daniel Wellington, Asos, Laura Biagiotti, Stroili e Burberry, ora sono a Milano e lavoro con Dolce e Gabbana».
Un ritorno in Italia che ha visto quindi scendere dalle scalette dell’aereo una persona molto diversa da quella che ci era salita anni prima.
«Un giorno con una mia amica sono tornata alle mie scuole superiori, allo Scalcerle di Padova, per raccontare la mia esperienza ai ragazzi e c’era chi mi conosceva già per le mie foto e si è emozionato nel vedermi. La cosa mi ha fatto sorridere perché io invece mi rivedevo molto in loro, con tutte le ansie che comportano il futuro e le scelte da fare una volta finita la scuola. Ho detto loro di essere umili ma di non accontentarsi mai nella vita, e di provare sempre a migliorarsi», conclude Irene.
«Con Padova non ho un rapporto facile perché me la sento stretta e non mi ci sento del tutto a casa, nonostante qui ci siano la mia famiglia e alcune mie amiche. Milano invece è più simile a Londra e per questo amo la sua frenesia. Ma tornandoci alla fine con l’Italia ho fatto pace: ho ritrovato un paese migliore e con più opportunità di quello che avevo lasciato, qualche passo in avanti recentemente lo abbiamo fatto. Io all’Italia voglio bene, anche se ovviamente un pezzetto del mio cuore resterà per sempre a Londra».
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