Isabella, è l’ora della verità. Un avvocato molla Debora

PADOVA. A due giorni dall’udienza preliminare Debora Sorgato è costretta a rivedere, seppur in parte, il suo collegio difensivo: ha abbandonato l’incarico per motivi personali e non legati allo sviluppo della strategia difensiva, l’avvocato Carlo Augenti e gli è subentrato il collega Luca Motta, che ora affiancherà l’altro legale assoldato da Debora, Roberto Morachiello.
LE DIFESE Riunioni fiume in queste ore tra i due avvocati che non si sbilanciano su come si comporteranno domani davanti al gup. Le scelte sono due: o andare a processo o scegliere il rito abbreviato che per la loro cliente vorrebbe dire evitare l’ergastolo e nella peggiore ipotesi venir condannata a 30 anni.
I legali di Freddy Sorgato, Giuseppe Pavan e Massimo Malipiero hanno le idee già chiare in merito, ma vogliono che il primo a saperle sia il gup. Resta l’avvocato Alessandro Menegazzo che si è già sbilanciato: «Davanti al Gup non cambieremo linea difensiva. Manuela deve essere processata per favoreggiamento e non per complicità in omicidio. Non escludiamo poi la possibilità di ricorrere al rito abbreviato come modalità processuale da percorrere».
L'UDIENZA Domani il giudice decide se spedire il terzetto (Freddy e Debora Sorgato e Manuela Cacco) a processo davanti alla Corte d’Assise con le accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere (tutti); stalking e simulazione di reato (solo la Cacco).

RISARCIMENTI Negli ultimi giorni si sono apprese le richieste di risarcimento al terzetto, con l’avvocato Gian Mario Balduin che pretende 2 milioni come ristoro per la mamma e il fratello di Isabella Noventa e l’avocato Ernesto De Toni che chiede 50 mila euro per l’ex marito della donna, Pietro Gasparini.
TELEVISIONE Ieri pomeriggio a “La Vita in Diretta” su RaiUno per parlare di questo caso di cronaca erano presenti proprio Paolo Noventa e Gasparini. Quest’ultimo ha ricordato le minacce arrivate nello studio del suo avvocato all’indomani della sua costituzione come parte civile.
MALA DEL BRENTA? L’ex compagno gli ultimi giorni ha paventato un ruolo chiave nell’omicidio dell’ex moglie da parte di alcuni componenti dell’ex Mala del Brenta, ritenendo troppo “leggere” le motivazioni emerse fino ad ora per la morte di Isabella.
LA LETTERA L’ultimo colpo di scena è arrivato la settimana scorsa con Debora che ha scritto dal carcere agli inquirenti, dando per la prima volta la sua versione dei fatti. Ha raccontato per filo e per segno in tre pagine di foglio protocollo cosa ha fatto quel tragico 15 gennaio 2016, quando, nella notte muore Isabella.
Scrive che alle 22.30 è andata a casa di suo fratello Freddy alla guida della sua Golf bianca. L'ha lasciata là parcheggiata sul viale, rincasando a piedi (per stradine di campagna ci ha impiegato 10 minuti). Era d’accordo con suo fratello: lasciava la Golf da lui per evitare scenate di gelosia da parte di Manuela Cacco verso Isabella. In questo modo Freddy infatti avrebbe accompagnato Isabella al Relax con la Golf. Una volta tornata a casa è andata a letto. Un paio d'ore dopo, verso l'una e trenta si sveglia e le viene in mente che nella Volkswagen ha dimenticato la borsa. Tornà là e vede le luci di casa accese e quindi entra. Il fratello le chiede di seguirla, con la sua Golf. Le dice che deve portare in centro a Padova la Cacco ma poi non può riportarla a casa. Fa capire che quando muore Isabella, lei dormiva.
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