Isola di Torre chiede di cambiare Comune «Padova ci ignora»

CADONEGHE. Torna in auge l’idea di un referendun per annettere Isola di Torre a Cadoneghe: una consultazione popolare oltre vent’anni fa sancì la volontà di rimanere sotto il Comune di Padova per questa enclave patavina incuneata in territorio cadoneghese. Ma i tempi sono cambiati e i residenti tornerebbero nuovamente alle urne: d’altronde pur essendo padovani, di fatto vivono a Cadoneghe e Padova non è che se li “fili” più di tanto, come loro stessi raccontano.
«La stragrande maggioranza dei cittadini usufruisce dei servizi del nostro Comune» dichiara il sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro, «qui vengono a scuola e frequentano la nostra parrocchia. Molti di loro mi chiedono appuntamento e nonostante siano padovani li ricevo comunque. Ho incontrato molti residenti e conosciuto il Comitato di via Isola di Torre, molti dei quali mi hanno visto crescere».
I residenti lamentano problemi quali la gestione delle acque, la scarsa illuminazione e la poca manutenzione delle strade. Pongono il problema della mobilità con Padova, sono separati dal fiume e dallo snodo di Pontevigodarzere. «Chiedono di poter contare di più» prosegue Schiesaro «e di potersi esprimere dopo tanti anni con un referendum e passare sotto il nostro Comune. Sarei felice di poterli accogliere nella nostra comunità, arrivando a costituire così la settima frazione del nostro Comune». Un referendum, in effetti, venne organizzato oltre vent’anni fa, ma all’epoca il migliaio di residenti bocciò l’idea di annettersi a Cadoneghe, per una questione “economica”: pur salendo e scendendo con i mezzi pubblici a Cadoneghe, pagavano però biglietti e abbonamenti con il prezzo urbano, inferiore al suburbano che pagavano i cadoneghesi. Molti di loro temevano di vedere svalutato il prezzo delle loro case, uscendo da Padova. Però, come racconta una residente, Padova continua a non tenere conto dei loro problemi. «Siamo abbandonati» ha scritto la signora nella pagina del sindaco Schiesaro. «Ho avuto bisogno dei vigili urbani e ho dovuto chiedere il servizio a Padova, dove mi hanno risposto che se c’era una pattuglia nelle vicinanze l’avrebbero inviata, altrimenti non sapevano come fare. Noi così siamo disagiati». —
Cristina Salvato
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