Istruzione parentale chiesta da 50 famiglie «Un test ogni anno»
il fenomeno
Negli ultimi due anni scolastici, caratterizzati dal Covid, negli istituti comprensivi padovani dove i ragazzi devono assolvere all’obbligo scolastico, sono aumentati i genitori che in base agli articoli 30 e 34 della Costituzione ed al decreto legislativo 297 del 15 aprile 1994, si sono avvalsi della facoltà di istruire a casa i propri figli senza mandarli a scuola ogni giorno. Tra città e provincia la stima è che siano una cinquantina le famiglie che hanno chiesto ed ottenuto dai dirigenti scolastici dell’istituto più vicino alle loro abitazioni la possibilità di istruire i figli da soli
LEZIONI IN CASA
Possono essere persone colte, tipo docenti stessi, oppure fare ricorso a lezioni private effettuate da appositi professori. Due sono le condizioni per ottenere, anno dopo anno, la facoltà di utilizzare l’istruzione parentale. I genitori devono dimostrare innanzitutto di essere in grado economicamente di istruire i propri figli restando a casa e alla fine di ogni anno scolastico i ragazzi devono sostenere uno specifico esame d’idoneità, con prove scritte e orali in tutte le discipline, per essere ammessi alla classe successiva. Questo vale sia per le elementari che per le medie.
Solo al Terzo Istituto comprensivo, con presidenza alla media Briosco dell’Arcella, gli alunni che sono rimasti a casa in istruzione parentale, sono 9. Al Secondo Ic, guidato dal preside Andrea Muto, con sede centrale in Via Agnusdei, ce ne sono altri due. Altri due casi sono presenti all’istituto paritario Don Bosco, coordinato dal preside Andrea Bergamo.
«Il numero dell’istruzione parentale è effettivamente cresciuto negli ultimi due anni a causa della pandemia – spiega Stefano Rotondi, dirigente del Terzo Ic – Ho letto con attenzione i motivi delle richieste che mi hanno presentato e si capisce subito che tante famiglie hanno preferito tenere i figli a casa utilizzando il metodo dell’home education, perché temevano che a scuola potessero infettarsi con il Coronavirus. In tutti i modi gli allievi in istruzione parentale stanno sostenendo gli esami di idoneità proprio in questi giorni».
GLI ESAMI DI IDONEITÀ
E sempre Rotondi segnala due casi anomali che sono stati registrati nelle settimane passate, alla vigilia degli esami d’idoneità. «Due famiglie, i cui figli avrebbero dovuto sostenere le prove d’idoneità, ci hanno ripensato e mi hanno comunicato per che non manderanno a scuola i ragazzi per gli esami adducendo tutta una serie di motivazioni giuridici particolari, anche se poi hanno chiesto lo stesso l’iscrizione alla classe successiva. In questo caso, in base alla normativa nazionale dettata dal Ministero, ho dovuto segnalare la loro scelta di non fare sostenere ai propri figli le previste prove d’idoneità sia al sindaco del Comune di residenza, nel mio caso Padova che al dirigente della scuola di provenienza. In pratica i genitori sono accusati di evasione dell’obbligo scolastico. Un reato pesante che prevede anche l’intervento delle forze dell’ordine e una pena importante». —
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