La barba di Conchita tra polemiche e musica

COPENHAGEN. La drag queen barbuta, l’austriaca Conchita Wurst, 25 anni, all’anagrafe Tom Neuwirth, ha trionfato alla 59esima edizione dell’Eurovision Song Contest, e divide l'Europa: su fronti opposti, in particolare, Austria e Russia. Da un lato, la vittoria di Conchita viene accolta come una «bella giornata per il Paese» vincitore, come scrive in una nota il presidente austriaco, Heinz Fischer, secondo il quale il trionfo della cantante (il primo per il Paese dal 1966) «non è soltanto una vittoria per l'Austria, ma innanzitutto per la diversità e la tolleranza in Europa». Dall’altra parte c’è la Russia, già spaccata dalle polemiche sull’omofobia. La federazione era rappresentata a Eurovision da due gemelle 17enni, Masha e Nastia, in forte competizione, per ovvi motivi, con la concorrente ucraina Mariya Yaremtchouk. La Russia lancia dure critiche sul web attraverso il suo vice premier Dmitri Rogozin per la vittoria di Conchita: «Il risultato ha mostrato ai sostenitori dell’integrazione europea il loro futuro europeo: una donna barbuta».
Sulle note di “Rise Like a Phoenix”, Conchita ha superato Olanda e Svezia. Niente da fare per Emma Marrone, in gara per l’Italia con “La mia città”.
«Ha vinto perché è una figura nuova» dice Vladimir Luxuria. «Un tempo erano fenomeni da baraccone, Conchita le ha riscattate tutte».
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