La carta di identità veneta gli frutta una notte in cella

Nuovi guai per De Pieri, il venetista di Loreggia: prima tenta di sfuggire a un controllo poi quasi travolge un carabiniere che non riconosce il suo “documento” e viene arrestato
Di Giusy Andreoli

LOREGGIA. Nuovamente nei guai il venetista Gabriele De Pieri. Venerdì sera non si è fermato all'alt dei carabinieri e, quando è stato raggiunto e fermato dalla pattuglia, ha travolto un militare in retromarcia e poi ha esibito un documento rilasciato dalla "Confederation Veneta". È stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e rifiuto di fornire le generalità e ha passato la notte nella caserma di Thiene venendo rilasciato ieri alle 14. «Mi rivolgerò alle Nazioni Unite per la violazione dei diritti umani e per tortura», annuncia De Pieri, «mi hanno tenuto per tre ore faccia al muro e ammanettato con le mani dietro la schiena. Ho chiesto inutilmente rispetto come prigioniero di guerra e di togliermi le manette, mi hanno risposto che non avevano le chiavi». De Pieri, insieme all'amico Sergio Simionato, stava recandosi a Isola Vicentina per partecipare a una riunione del suo gruppo politico quando sulla Postumia, a Bolzano Vicentino, è incappato in un normale controllo stradale dei carabinieri. Anziché fermarsi il venetista ha accelerato costringendo la pattuglia dell'Arma a inseguirlo fino al casello di Vicenza nord della A4, dove l'auto è stata bloccata. Quando i carabinieri gli hanno chiesto patente e carta d'identità, De Pieri ha esibito il documento venetista e subito dopo ha innestato la retromarcia travolgendo un militare, che è rimasto contuso. Gli altri carabinieri, a quel punto, lo hanno bloccato e arrestato. Simionato è stato invece lasciato andare e ha potuto raggiungere la sede della riunione. «Non sono fuggito», protesta De Pieri, «andavo a 50 all'ora ed ero in colonna quando due personaggi vestiti di nero hanno tirato fuori la paletta all'altezza della macchina. Ho pensato che ce l'avevano con quella dietro e ho proceduto. Poco dopo ci siamo ritrovati i personaggi all'ingresso di Vicenza Nord che mi hanno fermato e puntato le armi. Sono andati su tutte le furie quando ho esibito la carta d'identità veneta e ho detto che ero totalmente in regola». I carabinieri avrebbero chiesto a De Pieri ragione del suo comportamento. «Mi hanno detto: non riconosci i carabinieri? Ho risposto che non posso riconoscerli in quanto l'Arma è stata sciolta nell'aprile 2014 con Decreto Legge», è stato il passaggio successivo. Al che il venetista è stato caricato sulla gazzella e portato in caserma, dove ha continuato con le sue esternazioni. De Pieri racconta anche di avere avuto un attacco di tachicardia e, «dopo due richieste», di essere stato trasportato in ambulanza a Vicenza per un controllo medico e quindi riportato in caserma. «Mi hanno messo in uno sgabuzzino puzzolente, con la sola camicia avevo freddo, non ho chiuso occhio tutta la notte. Senza cena, senza colazione né pranzo, non un caffè né acqua», continua, «ho ancora il segno delle manette e una lussazione alla spalla. Ma li perdono, capisco che certe leggi le ignorano. Anzi, ho avuto la solidarietà di molti di loro e alcuni hanno chiesto di essere iscritti all'anagrafe storica, che conta già 50 mila iscritti».

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