La cementeria fa ricorso al Tar

MONSELICE. La cementeria fa ricorso al Tar chiedendo di sospendere e annullare l’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Lunghi per bloccare l’utilizzo del “prodotto a base di marna” e simili nell’impianto. Il provvedimento era stato emesso lo scorso 23 aprile dopo la pubblicazione dei risultati delle analisi Arpav, da cui erano emersi valori anomali di sostanze nocive in alcuni punti della zona del monte Ricco. L’ordinanza ipotizzava che «gli inquinanti rilevati derivino da una stessa fonte emissiva e che questa sia lo stabilimento della cementeria di Monselice». Il “prodotto a base di marna” era stato vietato perché «la scheda tecnica di tale prodotto, pur classificato “non rifiuto”, attesta la presenza nel medesimo di una percentuale di composti potenzialmente tossici di importante entità». I vertici dell’impianto avevano subito giudicato come illegittimo quanto disposto dal testo, sollecitandone la revoca. Revoca che non è arrivata: anzi, Lunghi ha prorogato i termini di conclusione del procedimento fino al 23 settembre. Nel ricorso la proprietà Buzzi Unicem evidenzia, fra le altre cose, che Arpav e Provincia «hanno confermato in più occasioni la conformità della condotta tenuta dalla cementeria alle prescrizioni contenute nell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale)» e ribadisce che le emissioni dell’impianto sono ben al di sotto dei limiti. Afferma che i monitoraggi sul Ricco «non possono reputarsi sufficienti a dare un quadro adeguato della situazione ambientale e delle sorgenti di possibile contaminazione» e che «non sono emersi elementi atti a ricondurre la presenza delle sostanze inquinanti riscontrate» all’attività dello stabilimento di via Solana.
Davide Permunian
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