La Città della Speranza affitta spazi alla società di Camporese e Masello

Da qualche tempo un edificio di pertinenza dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, accanto alla Torre della Ricerca di corso Stati Uniti, è stato affittato a una società, la EcamRicert, sede legale a Monte di Malo, nel Vicentino, che vi ha collocato uno dei suoi rami d’azienda, la Ecsin, “centro di ricerca per lo sviluppo sostenibile delle nanotecnologie che combina l’attenzione all’efficacia delle soluzioni tecnologiche e la valutazione della loro sicurezza per la salute e per l’ambiente, a supporto dello sviluppo del tessuto industriale”. I soci di EcamRicert sono Andrea Camporese (80% delle quote) e Franco Masello (20%), il primo ex presidente e il secondo fondatore ed ex presidente della Città della Speranza. Uniti i punti, secondo il consigliere regionale Piero Ruzzante, ne esce un quadro con i contorni di un conflitto di interessi.
interrogazione a zaia
Ruzzante presenta una interrogazione al governatore del Veneto Luca Zaia. «L’oggetto delle attività di Ecsin» rileva il consigliere regionale, «appare inconferente con le attività di ricerca dell’Istituto della Città della Speranza che afferiscono al campo della oncoematologia pediatrica». Ruzzante non manca di sottolineare come i soci di EcamRicert siano gli stessi Camporese e Masello già presidenti della Città della Speranza e tuttora nel consiglio della Fondazione. Camporese, inoltre, è l’attuale amministratore delegato della Fondazione Istituto di Ricerca Pediatrica. «È corretto» chiede Ruzzante, «che l’amministratore delegato di un Istituto di ricerca affidi a una sua società un immobile dello stesso Istituto?».
i dubbi
Ma c’è di più. L’area di corso Stati Uniti, all’interno del Cnr di Padova, è stata ceduta dal Consorzio Zip (Comune di Padova, Provincia di Padova e Camera di Commercio) nel 2008: la Fondazione doveva realizzare la Torre della Ricerca con la condizione che l’immobile non potesse essere venduto o locato senza autorizzazione dello stesso Consorzio che dovrebbe valutare le finalità e le attività dei soggetti acquirenti rispetto alle attività di studio, ricerca e diagnostica avanzata delle patologie emato-oncologiche dei bambini. «L’affidamento dello spazio» rileva Ruzzante, «sarebbe motivato - così hanno pubblicamente dichiarato gli stessi Camporese e Masello - dall’acquisto, non ancora avvenuto, di un microscopio da parte di EcamRicert che verrebbe condiviso dall’Istituto di Ricerca». Che per altro ne ha già ordinati altri due a sue spese. «Serve davvero all’attività di ricerca in oncoematologia pediatrica quel microscopio?». In attesa della risposta che Zaia vorrà o potrà dare sul punto, un esime voce all’interno della Torre della Ricerca la mette così: «La cosa che più servirebbe in questo momento sarebbe un sequenziatore, posto che i microscopi per la ricerca oncoematologica sono già stati ordinati a spese dell’Istituto».
la replica
«Siamo al paradosso» la replica di un costernato Camporese, «ci sono altre nove ditte private in affitto nella Torre e con i 650 mila euro annui che ricaviamo sosteniamo le spese anche per gli spazi dati in comodato gratuito a Università e Azienda ospedaliera. Il microscopio lo compriamo noi, come società privata, e potrà esser e usato dall’Istituto di ricerca, in sinergia. È una polemica incomprensibile». —
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