La comunità moldava chiede spazio

La comunità moldava più grande d'Italia chiede spazio. La piccola chiesa di Brusegana dove sabato notte si sono tenuti i festeggiamenti della Pasqua ortodossa non basta più e i moldavi di Padova sperano che il Comune conceda loro un appezzamento di terra dove costruire una chiesa sufficientemente grande. I festeggiamenti per la Pasqua ortodossa sono durati, come da tradizione, tutta la notte. Il via vai incessante di fedeli ha dimostrato mostrato l'inadeguatezza del piccolo edificio concesso dalla diocesi, in grado di ospitare circa 300 persone a fronte dei 2mila fedeli accorsi da tutta la provincia.
La comunità moldava. Secondo l'ultimo rilevamento dell'Istat la comunità moldava in città ammonta a 4mila 600 persone e in provincia sfiora le 10mila. È la comunità più grande in Italia, punto di riferimento per gli immigrati dalla Moldavia di tutta la penisola. I moldavi sono di religione ortodossa ma professano un rito diverso rispetto ai romeni ed è quindi impossibile pensare che festeggino insieme. La chiesa moldava di Brusegana si trova in via Santi Fabiano e Sebastiano a pochi passi da via Isonzo e prima era stata concessa proprio ai romeni che, da qualche anno, si sono spostati nella chiesa di San Gregorio. Pur se i rapporti con la diocesi di Padova sono buoni – ogni anno il vescovo Mattiazzo rivolge gli auguri per la Pasqua ortodossa alla comunità – durante le feste più sentite lo spazio non basta.
La veglia pasquale. Sabato notte centinaia di auto hanno intasato la stradina, riempiendo i parcheggi della zona. Intorno a mezzanotte nella chiesa erano stipati centinaia di uomini, donne e bambini, tutti in piedi come impone la tradizione. Pian piano ha iniziato a riempirsi anche il cortile esterno. Il momento clou della celebrazione è stato intorno alle 5 del mattino, quando il parroco ha benedetto uno per uno i cestini pasquali che contengono gli alimenti per il pranzo dell'indomani, come le tradizionali uova rosse o il pane con la croce. Il momento è molto sentito e richiama ogni anno centinaia di famiglie da tutta la provincia. Non tutti hanno trovato posto sotto il tendone e la pioggia intorno alle 5.30 ha sorpreso ancora molti fedeli in attesa della benedizione.
Bisogno di spazi. «La pioggia è un buon segno» spiega sorridendo Nicolae Dumbravanu, rappresentante moldavo nella Commissione Stranieri del Comune. Nicolae, 35 anni, impiegato, non nasconde però che la sua gente avrebbe bisogno di uno spazio più grande dove professare la propria fede. «Abbiamo chiesto al Comune un'area dove costruire a nostre spese una nuova chiesa» continua Nicolae, «ci piacerebbe anche costruire un centro sociale dove insegnare in catechismo ai bambini».
Incontri con il Comune. Il progetto della chiesa ortodossa che vorrebbero i moldavi non sarà probabilmente quello affisso sulla facciata della chiesa, decisamente imponente. L'amministrazione ha preso in considerazione le istanze dei fedeli: nei prossimi giorni si terranno degli incontri con i rappresentanti moldavi per aprire il dibattito sul tema. «C'è bisogno di solidarietà» spiega il parroco della comunità Vasile Sestovski, «dobbiamo capirci l'un l'altro soprattutto in questo tempo di crisi. Dobbiamo affrontare insieme i problemi. Hristos a Inviat, Cristo è risorto, l'augurio di buona Pasqua a tutti voi».
Valentina Voi
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