La crisi colpisce anche i negozi di giocattoli

Chiude Ponchia, ultima “vittima” di un settore dominato dall’online. Ma c’è chi resiste e prova a reinventasi
TOME -AGENZIA BIANCHI-PADOVA - NEGOZI GIOCATTOLI.
TOME -AGENZIA BIANCHI-PADOVA - NEGOZI GIOCATTOLI.

La crisi dei negozi di giocattoli è iniziata prima della pandemia portata dal Covid-19. Le grandi catene e i colossi del web, poco alla volta, hanno tolto linfa ai piccoli esercenti proponendo tanta scelta e prezzi spesso vantaggiosi. In centro a Padova in pochi anni hanno abbassato le saracinesche negozi storici come Testi Giocattoli in via Santa Lucia, ma anche alcuni negozi affiliati alle grandi catene non hanno retto: da Imaginarium di via Eremitani al Disney Store, che si affacciava su piazza della Frutta, rimasto chiuso per un lungo periodo per poi ritrovare “casa” all’interno dello store Coin di via Altinate.

Difficile sopravvivere per qualsiasi tipologia di negozio, ancora più difficile per chi vende prodotti che non sono di prima necessità e che hanno un mercato più attivo solo in alcuni momenti dell’anno. Per la vendita di giocattoli il Natale è di certo il momento clou, che arriva dopo oltre due mesi di chiusura e tra mille nuove regole: il distanziamento sociale, la mascherina, senza dimenticare la paura delle persone che influenza le abitudini e i problemi economici. Nelle ultime settimane la situazione sembra essere più rosea. «Abbiamo notato un piccolo cambiamento nelle vendite rispetto al mese scorso, ma non equiparabile all’anno scorso – spiega Patrizia Guerra, titolare de Il Salone dei Balocchi, primo negozio di giocattoli aperto Sotto il Salone – Ci sono di certo meno soldi, le persone hanno paura ad uscire, e poi regna la confusione, soprattutto con gli orari. Alcuni clienti chiamano per chiedere, ad esempio, se siamo aperti di sabato. La nostra forza sta nella qualità del prodotto e poi nel rapporto con le persone, che sceglie noi per avere dei consigli». E, in centro, fuori dal negozio “Auto e treni” di via Dante, uno dei templi del giocattolo padovano, c’è sempre la coda. Ma insieme a chi è riuscito a superare, grazie alla clientela fedele, anche il lockdown, c’è anche chi non ce l’ha fatta come La giraffa Gina, che a settembre 2020 ha chiuso, si trovava in Corso Vittorio Emanuele. «E’ stata una scelta sofferta – spiega la titolare Daniela Manganello – il proprietario dello stabile non ha accettato la proposta di un affitto ridotto a cui si aggiungono le condizioni generali del sistema tra tasse e burocrazia. La mia non è una chiusura definitiva, continuo a lavorare con il sito, che porta il nome del negozio, e l’e-commerce, nell’attesa di trovare le condizioni utili per riaprire nuovamente. Nonostante tutto i clienti mi continuano a chiamare, questo mi fa ben sperare». Parlando di realtà “storiche”, di negozi di vicinato di lunga data, in centro città resta un punto di riferimento “Auto e Treni” in via Dante, guidato da Roberto Santon, che nei suoi 110 mq propone giocattoli per i bambini di ogni età. Oltre alla crisi dovuta alle vendite, per i negozi di giocattoli c’è anche un problema di ricambio generazionale, non sono attività in cui i giovani vogliono investire. Chiude, dopo 80 anni, Ponchia Giocattoli in via Piovese a Voltabarozzo e abbassa la serranda pure Eliana Giocattoli di Cadoneghe, aperto nel 1984 da Eliana e Gilberto Frison, coppia nel lavoro e nella vita. «Non chiudiamo per le poche vendite, di quelle non ci possiamo lamentare, e neppure per la pandemia – spiega la coppia – a quasi 70 anni vogliamo investire il nostro tempo in altri progetti, che riguardano i bambini, ma nel mondo del volontariato e dell’assistenza». —



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