La crisi infinita di Abano Terme: falliti il Grand Torino e l’hotel Villa Piave

A casa ottanta dipendenti, l’allarme di Federalberghi e sindacati: «Finiranno all’asta ma nessuna struttura dismessa ha riaperto come tale»
MORSEGO-FOTOPIRAN-ABANO TERME-HOTELS FIRENZE E GRAN TORINO CHIUSI.grand torino
MORSEGO-FOTOPIRAN-ABANO TERME-HOTELS FIRENZE E GRAN TORINO CHIUSI.grand torino

ABANO TERME. Una situazione già difficile accentuata dalla mazzata della crisi sanitaria Covid-19, divenuta poi economica. Così due alberghi storici di Abano sono arrivati al fallimento. Si tratta dell’Hotel Villa Piave (tre stelle) di viale delle Terme e dell’Hotel Grand Torino, struttura a 4 stelle di via Flacco dichiarato fallito quattro giorni fa. Restano a casa in totale 80 lavoratori.

«Sono i segni lasciati da gestioni poco oculate e dal Covid-19» osserva Mauro Dilavanzo, sindacalista della Fisascat. «Perdono il loro posto di lavoro circa una trentina di dipendenti a tempo indeterminato del Grand Torino e una quindicina del Villa Piave. Circa altri 35, tra i due hotel, lavoravano con contratti a tempo determinato. Lavoratori rimasti a casa e che avanzano ancora il Tfr. Siamo quindi preoccupati per il futuro di queste famiglie e per quello di altre strutture, che potrebbero saltare a loro volta».

Non ce l’hanno fatta quindi Alessandro Maggia, titolare del Grand Torino, e Letizia De Franceschi, titolare del Villa Piave, a salvare le loro attività.

«Ci sono altre strutture che di questo passo potrebbero rischiare di dover chiudere i battenti», annota il direttore di Federalberghi Terme Marco Gottardo. «Il rischio è che queste strutture, che finiranno all’asta, rimangano dismesse nel centro di Abano, o vengano svendute a prezzi davvero stracciati. Come si prospetta per l’Hotel Firenze che, il primo dicembre, finirà di nuovo all’asta. Il valore stimato è di 3,4 milioni di euro, ma la nuova base d’asta sarà 1,4 milioni di euro. Se non dovesse presentarsi nessuno ci sarà un nuovo incanto con base sotto il milione, in pratica svenduto».

Il grido d’allarme di Federalberghi è totale. «Bisogna che il territorio e le istituzioni capiscano che qui il mondo alberghiero rappresenta la principale industria di Abano e Montegrotto, comune quest’ultimo dove è stato da poco chiesto il concordato per l’Hotel Sollievo. Non ci si possono permettere altre chiusure, altre famiglie a casa, altri imprenditori in difficoltà e hotel dismessi che finiscano a speculatori, anche edilizi con un eventuale cambio di destinazione d’uso. Sinora nessun albergo dismesso ha mai riaperto come tale».

«Vanno preservati i posti di lavoro» conclude Dilavanzo, «è un momento nel quale anche chi lavora non ha più certezze».––
 

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