La denuncia a Padova, l’antica biblioteca di medicina in stato di abbandono

Il sindacato Gilda: "Gli ultimi interventi significativi risalgono a 60 anni fa: un elemento di altissimo pregio del nostro Ateneo che inspiegabilmente viene sempre più dimenticato"

PADOVA. La rappresentanza FGU Gilda Unams dell'Università di Padova ci ha inviato questa nota

"La Biblioteca Pinali venne fondata nel 1878 per legato testamentario del clinico Vincenzo Pinali (1802-1875) che intese dotare la Facoltà di medicina di una sua biblioteca specialistica aperta a docenti e studenti. Pinali fece dono della sua biblioteca privata e di 100.000 lire per consentire che le raccolte librarie venissero costantemente aggiornate.

Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento si aggiunsero donazioni di altre biblioteche personali di insigni esponenti della Scuola medica patavina tra cui Vanzetti, De Giovanni e della famiglia Fanzago.

Nel 1952 con la donazione della collezione di Virgilio Ducceschi, fisiologo e bibliofilo, nasce l'uso di distinguere le raccolte in "Pinali antica" - parte storica - e “Pinali moderna" che identifica la parte delle raccolte di attualità per le scienze mediche, in costante aggiornamento come era stato definito dallo stesso fondatore.

La suddivisione tra "antica" e "moderna" da un lato consente di preservare il patrimonio storico e dall'altro di continuare le collezioni correnti. Nel 1962-63 il patrimonio moderno e i fondi collegati vengono trasferiti presso il policlinico universitario sancendo la separazione logistica della Biblioteca in due sedi: la sezione antica, con il patrimonio storico da conservare, valorizzare e fruire rimane nella sede originaria e la gestione viene affidata all'Istituto di Storia della medicina fondato nel 1956/57, diretto da Loris Premuda(1917-2012). Compito dell'Istituto è l'acquisizione di libri, di riviste internazionali… le maggiori e più importanti del settore.

Nel 2006 alla chiusura dell'Istituto di Storia della medicina la Biblioteca Pinali antica possedeva un patrimonio di oltre 30.000 volumi di cui 10.000 antichi, tra cui 2 (due copie) della prima edizione (1543) del DE HUMANI CORPORIS FABRICA di Andrea Vesalio, opera che segna, come il DE REVOLUTIONIBUS ORBIUM COELESTIUM di Copernico, un punto di svolta nella storia della scienza marcando il passaggio dal mondo medievale al mondo moderno.

Nel 2012 il nuovo Statuto dà origine ad un nuovo assetto amministrativo e alla soppressione delle Facoltà. Con delibera del 13 novembre 2012 il Consiglio di Amministrazione definisce l'assetto gestionale e amministrativo della Biblioteca Pinali antica, assegna la gestione ordinaria al CAB (Centro Ateneo per le Biblioteche), individua un responsabile scientifico e costituisce una commissione per la redazione del Regolamento di Biblioteca. La Commissione non ha mai avuto attivazione.

Con delibera del 28.09.2015 il Consiglio di Amministrazione ha assegnato al CAB, sulla base della richiesta inoltrata dal medesimo e deliberata dalla Scuola di Medicina all'unanimità, gli spazi per la ricollocazione/trasferimento della Biblioteca Pinali Antica, presso il piano terreno della palazzina cinquecentesca dell'Orto Botanico. Il trasferimento previsto entro il 2019 all'Orto botanico non sembra ormai realizzabile né si ha certezza dei tempi entro cui sarà effettivamente possibile.

E' singolare che proprio l'Ateneo patavino (con un Magnifico Rettore medico), alla cui Scuola anatomico-medica è riconosciuto il merito di aver aperto la strada alla medicina moderna, non si sia preso cura di un “fiore all'occhiello” come la sua Biblioteca storica che testimonia lo sviluppo delle scienze mediche conservando le opere dei grandi medici del passato e insieme le opere moderne che studiano lo sviluppo della medicina.

Sfogliando i libri della Pinali Antica si ripercorre lo sviluppo delle scienze mediche, in particolare dell'illustrazione anatomica a partire dagli incunaboli editi tra il 1480 e 1500 (8 preziosi incunabuli), si prosegue con più di 630 cinquecentine, oltre 900 seicentine e ancora libri del Settecento e dell'Ottocento, della prima metà del Novecento, un piccolo nucleo di manoscritti dalla fine del XIII al XIX secolo, opere grafiche,fotografie.

E' doveroso citare il più antico tra i manoscritti: Fanzago o “Libro dei cauteri” realizzato su pergamena a Padova in volgare veneto tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento. Internazionalmente riconosciuto come uno dei più bei manoscritti figurati di medicina ed è censito anche nella DMMapp (Digitized Medieval Manuscripts App.).

Gli storici dell'arte vi hanno ravvisato influenze giottesche in particolare nell'immagine dell'epilettico che ricorda la figura della “Stultitia” della Cappella degli Scrovegni e l’immagine “Epilettico-De cauteri”.
Fanno parte del patrimonio una collezione di libri illustrati e atlanti anatomici di grande pregio: Vesalio, Spigellius, Casseri, Acquapendente e ancora gli atlanti di Bidloo, Albinus, Caldani che sono vere e proprie opere d'arte oltre che testi scientifici. Il primo libro medico al mondo con illustrazioni a colori, l'edizione milanese del 1627 del “De lactibus sive lacteis venis” di Gaspare Aselli e ancora le tavole di Gauthier d'Agoty (1750) che sono i primi esempi di quadricomia (stampa a 4 colori).

Negli spazi della Biblioteca l'Istituto di Storia della medicina aveva accolto alcuni oggetti museali tra cui una pregevole collezione di modelli di cera di patologie oculistiche realizzati a Vienna intorno al 1820 donati dalla clinica oculistica. La collezione è in parte esposta al MUSME in parte presso la Biblioteca e necessiterebbe di interventi di restauro.

Nonostante il trasloco sia imminente non sembra siano in corso operazioni preliminari importanti per lo spostamento di materiale antico e di pregio come ad esempio interventi mirati di restauro, di conservazione del materiale.

Gli ultimi interventi significativi risalgono a 60 anni fa ad opera del laboratorio di restauro dei Benedettini di Praglia; escludendo l'intervento di restauro al manoscritto Fanzago, realizzato nel 2012 grazie alla sponsorizzazione dell'editore Nova Charta.

Sarebbe opportuno avvalersi delle competenze e professionalità presenti in Ateneo per definire un piano di interventi a salvaguardia di un patrimonio unico al mondo!
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci... questo vecchio detto non viene considerato dalla nostra “governance” molto attenta e sensibile ai posizionamenti nelle classifiche nazionali e internazionali… poco attenta ad un elemento di altissimo pregio del nostro Ateneo che inspiegabilmente, negli anni viene sempre più dimenticato o peggio ancora dismesso!!"

FGU Gilda Unams Università di Padova

 

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