La droga “Fefè” non è in tabella Assolto il presunto spacciatore

Assolto perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Enrico Zanini, 37 anni, di San Martino Buonalbergo (Verona), ritenuto spacciatore della famigerata “Fefè”, un mix di cocaina e mefedrone non è colpevole di nulla. Il suo avvocato Elisabetta Costa ha dimostrato in aula che quella droga è uscita dalle tabelle ministeriali, producendo pure una sentenza ad hoc della Cassazione. Zanini era stato arrestato dalla Squadra Mobile della polizia nell’ambito dell’inchiesta per la quale è stato condannato a 9 anni Camillo De Vito, 61 anni, medico-chirurgo residente in città. L’indagine che ha fatto finire nei guai il medico, già candidato al consiglio provinciale con Forza Nuova nel 2009, aveva accertato che stordiva la sua segretaria con cocaina e metadone per portarsela a letto. Era riuscito a trascinare la dipendente del suo studio, C.B. 30 anni, originaria di Lignano Sabbiadoro (Udine) ex hostess e aspirante modella, nel tunnel della droga. Nel gennaio 2012, a causa di una dose eccessiva, la ragazza era finita in ospedale a Padova rimanendo 40 giorni in terapia intensiva. Nella casa della giovane in città vengono trovate le boccette di metadone fornite dall’Usl 16, in cui compare però il nome di De Vito. Scoprono quindi che la ragazza che lotta tra la vita e la morte in ospedale altro non è che la segretaria del medico nel suo studio a Torri di Quartesolo (Vicenza) dove avvenivano i rapporti sessuali tra i due. La relazione, sentimentale oltre che professionale, va avanti dal 2009. In più occasioni lei manifesta la volontà di troncare la storia ma lui riesce a trattenerla con la droga. I poliziotti scoprono che nel 2011 la ragazza era finita per la prima volta in ospedale dopo che lui le aveva iniettato in vena una dose di droga. Ad un certo punto la famiglia riesce a tenerla lontana da lui per qualche mese, affidandola ad una clinica. Lei ne esce ripulita ma quando torna a casa trova nella cassetta postale un regalo di De Vito: una dose di eroina. Zanini era ritenuto colui che riforniva la segretaria di droga.
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