La famiglia Barbiero Tre generazioni per formare lo sport

La gestione dell’impianto Oasi 2000 è un ricorso storico per la famiglia Barbiero. A metà degli anni ‘70, infatti, parallelamente alla sua attività primaria ossia una concessionaria d’auto, Lino Barbiero, classe 1933, fondò insieme ad altri amici una società che gestiva proprio l’impianto di via Pioveghetto. Insieme a lui, nella gestione dell’universo nuoto, c’era un mito delle piscine di quegli anni: Gianni Gross, che fra i suoi allievi ebbe anche il sindaco Flavio Zanonato. Fu poi l’attenzione per il mondo dello sport agonistico che, nei primi anni ‘80, spinse Barbiero ad accettare la proposta dell’allora sindaco Ettore Bentsik di gestire la costruenda piscina “Plebiscito” di via Geremia. L’anno di inaugurazione.
Il 1983 fu l’anno dell’inaugurazione e da allora l’impianto è stato punto focale di varie attività sportive, fra le quali spiccano nuoto, pallanuoto e tennis. Di strada da allora la famiglia Barbiero ne ha fatta molta: loro infatti è stata la gestione degli impianti di Schio (Vicenza), San Bonifacio (Verona), Piove di Sacco e Trieste. Oltre alle discipline classiche, nelle strutture sportive gestite dai Barbiero si possono praticare squash, zumba, danza, paddle, arrampicata.
Anche il Palaghiaccio.
Nel 2010, poi, in prossimità dell’area del Plebiscito, è stato inaugurato anche il Palaghiaccio, struttura moderna e funzionale che ha sostituito l’ormai trentenne pista mobile che per anni era stata ospitata nell’area dell’ex Foro Boario in Prato della Valle.
Quattro figli.
Famiglia numerosa quella dei Barbiero. Accanto al padre Lino, supervisore, ci sono i quattro figli: Dimitri, che si occupa di tutte le attrezzature mobili e del settore ghiaccio; Gianfranco, responsabile del comparto tennis e dell’impianto di Rovereto; Denise, cui è stata affidata tutta la parte amministrativa; infine David, gestore del Plebiscito e dell’impianto di Trieste. Largo poi alle nuove generazioni: Beatrice, 24 anni, figlia di Gianfranco, si è laureata qualche giorno fa in Scienze della Comunicazione qui all’università di Padova. Già da un paio d’anni è inserita nell’impresa di famiglia e si occupa dell’organizzazione dei tornei di tennis e dell’ufficio stampa del centro sportivo. Insieme a lei un’altra sorella, Cecilia, 20 anni, che ha da poco terminato le scuole superiori e ha subito mostrato la volontà di essere integrata negli affari di famiglia”.
Dna sportivo.
Quindi ben tre generazioni attive nel mondo della formazione allo sport padovano.
«Siamo imprenditori dello sport e in quanto tali un po’ matti. Ce l’abbiamo proprio nel DNA!», afferma con tono orgoglioso il capostipite Lino, accennando all’ultima acquisizione. «Quest’anno compirò 80 anni, faccio cifra tonda», e lo dice ridendo, tradendo quello spirito che l’ha sempre contraddistinto e che gli ha permesso di non scoraggiarsi mai. «Questo è un lavoro che condanna, nel senso che non ci sono sabati né domeniche. Ma è la mia passione. Quella che ho trasmesso ai miei figli e ora ai miei nipoti».
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