La favola intensa di Arianna, diplomata con l’ «X-Factor»

La maturanda down commuove la commissione del professionale Ruzza. Semplice, consapevole e studiosa: «Io non ho paura perché sono diversa»
BARSOTTI - ARIANNA ZAMPIERI , DIPLOMA (ATTESTATO) ALL'ISTITUTO RUZZA
BARSOTTI - ARIANNA ZAMPIERI , DIPLOMA (ATTESTATO) ALL'ISTITUTO RUZZA

PADOVA. Diversa, ma non inferiore.

È questa la consapevolezza che Arianna Zampieri, diciannovenne affetta da sindrome di Down, ha maturato nei cinque anni di frequenza dell’istituto Ruzza, corso «Tecnico abbigliamento e moda». Un percorso formativo che si è concluso l’altro giorno, con l’esame finale. Valso a lei (come alle altre compagne affette da disabilità, Chiara, Valentina e Roberta), l’Encomio di merito da parte del dirigente scolastico per la dedizione e l’impegno dimostrati.

Una prova, quella di Arianna, che ha lasciato senza parole la commissione esaminatrice e che ha commosso i professori, colti alla sprovvista dalla semplicità, dalla naturalezza e ancor più dalla passione e competenza con cui quella che sulla carta è definita una disabile, ha affrontato il colloquio.

Arianna ha esposto una tesina sulla «Bella Epoque». Arte, storia, moda. Ma non solo. La consapevolezza di avere qualcosa che la rende diversa, che non le consente di essere come le sue coetanee, di dire e fare le stesse cose: questa è stata la ricerca più importante che Arianna ha perseguito nei suoi cinque anni di superiori. E che ha raccontato ai professori, in quella che da disarmante ingenuità è evoluta in matura autocoscienza, senza far niente per nascondere il dolore e la fatica che fare i conti con il suo essere speciale le hanno procurato.

Mentre da ragazzina si trasformava in giovane donna, e vedeva che il suo corpo non rispondeva come quello delle sue compagne; mentre reagiva a un istinto atavico che voleva allontanarla dalla dipendenza dai genitori ma che quel suo essere diversa sembrava volerle a tutti i costi impedire. E contro cui ha lottato, si è ribellata e ha, infine, semplicemente compreso. Con la sua diversità lei ha ingaggiato una vera e propria sfida. Ha toccato le corde del cuore raccontando di quante volte è finita stremata a terra su quel ring, sopraffatta da colpi impietosi. Perché quando i compagni di scuola, alle medie, la prendevano in giro, nella spietata ignoranza della loro immaturità, l’hanno in fondo convinta a trovare una risposta al suo essere diversa.

Anche questo ha voluto raccontare ai professori Arianna, la lunga e difficile ricerca di quella “x” in più che sembrava solo la condanna a un’esistenza segnata da troppi limiti. Che l’ha costretta a un viaggio frustrante e doloroso dentro e fuori il suo corpo. Arianna ha avuto la fortuna di non dover affrontare da sola questa impresa. Ha una famiglia speciale, almeno quanto lei, che la incoraggia e la sostiene nella sua sete di comprensione. Mamma Gabriella e papà Loris e le sorelle Alessia e Chiara, sono i punti di riferimento, i fari sempre accesi nella notte del mare in tempesta in cui lei, coraggiosa e temeraria, ha navigato verso l’accettazione di sé. E ci sono sempre state le associazioni Down Dadi e Nostra famiglia con i loro professionisti e volontari.

«Adesso andrò in vacanza, così mi riposo», racconta Arianna nella fremente attesa di conoscere il suo voto di maturità. “Cosa vorrei fare da grande? Ho fatto stage in un supermercato, in una fioreria e in una camiceria e mi sono piaciuti tutti questi lavori. Me la cavo bene anche in cucina. Credo che la scuola mi mancherà, passerò spesso a salutare gli insegnanti». Arianna si muove con dimestichezza fra i manichini che indossano i vestiti che lei stessa ha confezionato. Mentre parla aggiusta un risvolto. Sono gli ultimi scampoli di tempo che trascorre a scuola. Qui si sente al sicuro. Fra qualche giorno anche lei metterà piede nel mondo degli adulti. «Non ho paura», dice lei, «io sono diversa».

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