La furbata del premier incaricato

Il professor Giuseppe Conte ha ricevuto dal Capo dello Stato l’incarico di formare il nuovo governo. Dovrebb’essere il momento degli elogi e degli auguri per lui, ma nel mondo si continua a parlare del semi-scandalo che lui stesso ha innescato, pubblicando un curriculum in cui vanta perfezionamenti in 6 università straniere dove di lui non risulta traccia. Di una cosa però gli daremo atto: ha capito che quei titoli un presidente del consiglio dovrebbe averli.
Uno che fa carriera politica ad alto livello dovrebbe avere concluso gli studi universitari e avere una laurea con un punteggio alto. Ci dovrebb’essere differenza tra un ministro laureato con 105 e uno con 110 e lode.
Un ministro dovrebbe avere la tesi pubblicata a cura dell’università. Se no, che studente è? che ministro è? Il fatto che noi italiani abbiamo una ministra dell’Istruzione che non è laureata ma diplomata, e ha spacciato per laurea il suo diploma, lo giudico una vergogna per il governo di cui la ministra fa parte, e per la nazione tutta.
La ministra aveva capito che doveva avere una laurea, e se l’è inventata. Mi meraviglia che non sia stata ancora destituita. La vergogna di avere un ministro dell’Istruzione che non ha finito tutti i gradi dell’Istruzione ricade anche sul presidente del consiglio, suo superiore diretto: presiede un consiglio in cui un ministro non ha conoscenza completa di cosa fa il suo ministero.
La ministra bluffa. Il giurista Giuseppe Conte ha bluffato? Pazienza se bluffa il ragazzo che fa domanda per un lavoro e allega un curriculum pieno di titoli che non ha (ha studiato all’estero, conosce lingue, ha partecipato a convegni…): il ragazzo vuol impressionare ed essere chiamato al colloquio, pensando che arrivare al colloquio significhi mezza assunzione.
Ma un ministro, e tanto più il presidente dei ministri, gioca una carta più pesante: vuole amministrare la nostra vita. Governare chi ci governa. Se non ha buoni studi alle spalle, il danno che ci fa è incalcolabile.
Ci dovrebb’essere una punizione adeguata per questi furbetti che non hanno saputo impostare la propria vita e vorrebbero impostare la nostra. Il bluff (il gonfiamento) dei titoli di studio è un atto pesante. Dovremmo smetterla di lasciar passare queste furbate.
Il fondatore della Lega, Bossi, comprava una laurea in Albania per suo figlio. Frequenze truccate, esami finti. Domanda: Bossi è ancora in politica? Salvini diceva che doveva candidarlo “per gratitudine”, gratitudine de che? C’è una sola gratitudine che conta per i politici ed è quella del popolo. Un popolo ingannato non è tenuto ad esser grato.
Nel caso del giurista Giuseppe Conte quel che stupisce di più è la quantità dei punti gonfiati nel suo curriculum: lui scrive di aver “perfezionato i suoi studi” alla New York University, di aver svolto insegnamento all’università di Malta, di aver fatto ricerca all’università di Cambridge, di aver studiato al Kulturinstitut di Vienna (sbaglia il nome, perché lo spezza in due: Kultur Institut), di aver fatto ricerca scientifica alla Sorbona, di essere stato membro di un organismo europeo di Giustizia: neanche una di queste referenze è passata indenne. Certo, non scrive di avere un master.
Non scrive il falso. Ma scrive il non-vero. In conseguenza di ciò, noi italiani oggi siamo la barzelletta del mondo. Voi non ve lo meritate, io non me lo merito. Ma intanto anche per questo la disistima del mondo verso di noi cresce, e disistima vuol dire spread.
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