La lezione del neopremier al Bo: «Valorizzare la concorrenza»

Nel 2001 al professor Monti la laurea ad honorem in Giurisprudenza. Gli auguri del sindaco Zanonato: "Al governo fino al 2013"
PD 16/02/01 G.M. (DA SACCO) APERTURA ANNO ACCADEMICO LAUREA HONORIS CAUSA IN GIURISPRUDENZA A MARIO MONTI (VIGATO)
PD 16/02/01 G.M. (DA SACCO) APERTURA ANNO ACCADEMICO LAUREA HONORIS CAUSA IN GIURISPRUDENZA A MARIO MONTI (VIGATO)

PADOVA. C’è un legame speciale tra l’Università di Padova e il senatore a vita Mario Monti, che ieri sera ha ricevuto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, l’incarico di formare il nuovo governo.

Il 16 febbraio 2001 Monti, che allora era commissario dell’Unione Europea per la concorrenza, ottenne al Bo la laurea ad honorem in Giurisprudenza. Gliela conferì, in occasione dell’inaugurazione del 779° anno accademico, l’allora Rettore Magnifico Giovanni Marchesini. Erano i giorni in cui la città viveva l’incubo del serial killer Michele Profeta, che proprio nella serata di quel sabato invernale venne bloccato in via Carducci. Sinadco era allora Giustina Destro, che ora dovrà appoggiare in Parlamento l’esecutivo Monti.

«Noi italiani - disse allora il professor Monti in una lezione magistrale che certo non ha perso d’attualità – non abbiamo ancora capito bene quali effetti abbia la politica antitrust sulla nostra vita quotidiana, sul nostro benessere. Si tratta di evitare che, attraverso intese e pratiche concertate, si formino posizioni dominanti, che qualcuno abbia, per usare un termine “improprio”, eccessi di potere”.

«Le regole di governo della concorrenza – argomentò il presidente della Bocconi (succeduto in quest’incarico a Giovanni Spadolini) : sono ancora inadeguate. A Bruxelles arrivano tonnellate di carta; notificazioni di irregolarità sulle quali non possiamo indagare e che dobbiamo rispedire alle commissioni nazionali».

Ieri il sindaco Flavio Zanonato ha fatto gli auguri al premier in pectore Mario Monti.

«E’ un fatto molto positivo che si sia tolto di mezzo il governo Berlusconi, che da solo ci consente di recuperare un sacco di soldi persi per la scarsa credibilità che aveva l’Italia».

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