La Madonna appare nel 1479 e dona la voce alla bimba muta

gli ultimi secoli
La situazione di Villafranca comincia a migliorare solo dal XVI secolo; a segnare l’inversione di tendenza arriva anche un fatto miracoloso, la cui testimonianza rimane viva ancor oggi nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, la cui fondazione risale per l’appunto a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento. L’episodio da cui trae origine si colloca nel 1479, quando secondo i racconti popolari la Madonna appare a una bambina muta dalla nascita, che comincia di colpo a parlare: da qui la decisione del vescovo di Padova dell’epoca, Jacopo Zeno, di far costruire una chiesa sul luogo del miracolo. Il compito viene affidato ai frati mendicanti della congregazione di San Girolamo da Fiesole, cui viene anche ceduto il luogo sacro; ma poiché non riescono a portare a termine il cantiere, si accolla il compito un nobile padovano, padre Paolo Zabarella, priore del convento degli Eremitani. Il parroco di Villafranca firma l’atto di cessione della chiesa in suo favore l’11 maggio 1503, e due anni dopo il tempio viene solennemente consacrato: al suo interno, tra l’altro, una piccola statua della Vergine in marmo che, secondo la tradizione popolare, sarebbe stata ritrovata nel luogo stesso dell’apparizione della Madonna alla bambina muta, e un ciclo di affreschi che ricostruiscono l’episodio.
Quanto alla vita del paese, dopo la caduta della Serenissima la relativamente breve dominazione austriaca è contrassegnata da una serie di interventi che contribuiscono a migliorare la vita della comunità: arrivano un medico condotto e tre levatrici, viene aperta una scuola elementare, viene introdotto un servizio di guardie comunali a tutela dell’ordine pubblico. Ma il governo di Vienna è anche severissimo nell’imporre il rispetto delle sue regole, specie a sostegno dei propri impegni bellici: ne fa fede un episodio del 1849, quando un comando militare austriaco si presenta a Villafranca per arrestare cinque giovani renitenti alla leva; non trovandoli perché imboscati, arrestano i loro familiari.
Dopo il passaggio del Veneto all’Italia, c’è una ripresa economica testimoniata dalla presenza di una fabbrica di telerie e due molini, mentre la risorsa principale rimane l’agricoltura; ma le due guerre mondiali della prima metà del Novecento infliggono un colpo durissimo alle condizioni di vita della popolazione. La ricostruzione decolla con gli anni Sessanta, ma è soprattutto dagli Ottanta che lo sviluppo dell’artigianato e dell’industria garantiscono al comune uno sviluppo significativo, riportandolo alla vivacità conosciuta ai tempi in cui era, in tutti i sensi, una Villa Franca. —
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