La madre di Edith in partenza per l’Africa

Decisa a ritrovare le tracce della figlia, sparita insieme al 30enne vigontino Luca Tacchetto, ha già preso contatti sul posto

PADOVA. In un'immobilità che sembra ormai essere diventata la regola nel caso della scomparsa in Burkina Faso di Luca Tacchetto, 30enne architetto di Vigonza, e dell'amica canadese Edith Blais, qualcosa si muove dal Canada. È la famiglia della ragazza, che a questo punto avrebbe deciso di considerare seriamente l'idea di partire per l'Africa. A riferirlo è una fonte attendibile in Burkina Faso, che ieri ha parlato al telefono con la mamma di Edith.

Dal canada all’Africa «Lei e la sorella di Edith sono realmente intenzionate a partire», dice. «Ho proposto loro di mettersi in contatto con un mio conoscente che in questi giorni deve venire a Ouagadougou, la capitale, per alcuni affari».

L'unico intralcio alla partenza delle due donne sarebbe la progressiva situazione di instabilità per quanto riguarda la sicurezza nel Burkina Faso.

Nuovo attentato «C'è stato l'ennesimo attento terroristico. Da un lato non si sentono sicure a partire, dall'altro non riescono più a rimanere ferme a guardare quello che succede. Vogliono venire qua e cercare Edith, e da quello che mi hanno detto credo proprio lo faranno presto».

L'attentato di cui parla la fonte è un attacco jihadista nel nord del Paese, dove sono stati uccisi 12 civili. A renderlo noto è il ministero della Sicurezza: «Circa trenta uomini armati hanno effettuato un attacco terroristico nel villaggio di Gasseliki». Un episodio che purtroppo rientra in un contesto di crescente insicurezza nel Paese. A testimoniarlo è Fabio Boscarato, coordinatore di progetti dell'associazione padovana Aes-Ccc, attiva in Burkina Faso.

Situazione critica «La situazione è molto critica. Si sono intensificati gli attacchi jihadisti. Se ne conta uno al giorno a posti di polizia e struture statali». Senza contare gli attacchi ai villaggi, con morti tra i civili, come l'ultimo di Gasseliki. «È stato decretato lo stato d'urgenza in molte province. In particolare verso il confine del Mali», continua Boscarato, che diverse volte è stato nella zona a centro est dove, nella città di Tenkodogo, l'associazione Aes-Ccc gestisce progetti di lotta alla malnutrizione. "Luca e Edith purtroppo si muovevano in una zona a rischio attacchi jihadisti».

«Un rapimento» L'ipotesi che siano stati rapiti «al momento penso sia la più probabile», conclude Boscarato. Di rapimenti in Burkina ce ne sono già stati, l'ultimo qualche mese fa.

«È stato rapito un missionario italiano tra Niger e Burkina. Nessuno ha rivendicato il rapimento e di lui non si è saputo più nulla», spiega il volontario. «Le zone percorse dai due ragazzi sono considerate rosse sulla cartografia di riferimento. Chi si avventura si prende il rischio di ciò che può succedere. Noi, come associazione, in quei particolari punti del Paese prendiamo delle speciali precauzioni per garantirci di non incorrere in problemi».

Infine, per quanto riguarda la percezione in Burkina della scomparsa di Luca Tacchetto e Edith Blais, Fabio Boscarato afferma: «Sul posto si è cominciato a parlarne solo recentemente e ancora non se ne parla tanto. Il Paese al momento ha tutte le sue forze concentrate nella lotta al terrorismo».


 

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