La malattia è la prima causa di infelicità al mondo

L’economista Jeffrey Sachs al festival della salute globale di Padova: «Quando le persone stanno bene, le società crescono. Ma bisogna curare anche la povertà»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - JEFFREY SACHS AL FESTIVAL DELLA SALUTE. SACHS E VELLA
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - JEFFREY SACHS AL FESTIVAL DELLA SALUTE. SACHS E VELLA

PADOVA La salute fa bene: non solo nel senso più stretto e letterale del termine, fa bene alla mente e fa bene anche all’economia, perché persone e società sane crescono e producono di più.

La riprova? Jeffrey Sachs, direttore del Centro per l’Economia sostenibile alla Columbia University, cita un caso italiano: «Poco più di cent’anni fa» spiega dall’aula magna di Palazzo Bo, «qui si moriva di malaria. Poi, a fine ’800, abbiamo scoperto che questa malattia era veicolata da un vettore, le zanzare, e per debellarla sono state bonificate alcune zone. La malaria era un freno per l’economia, che infatti negli anni successivi è gradualmente decollata».

Sulla questione, Sachs snocciola fior fiore di statistiche: «Ce ne sono centinaia e tutte dimostrano che tra la felicità dei cittadini e la produttività dei loro paesi c’è un legame strettissimo. Allora, cosa ci rende felici? Le statistiche ci dicono, in realtà, cosa non ci rende felici: la prima causa di infelicità al mondo è la malattia mentale, che nella maggior parte dei sistemi sanitari non viene adeguatamente curata».

Festival della salute globale a Padova, è subito successo di pubblico

Più in generale, a renderci felici è il fatto di stare bene, e non a caso la salute, ricorda l’economista americano, è un diritto fondamentale citato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, oltre che uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite.

«Dovremmo raggiungerlo entro il 2030» ricorda Sachs «e possiamo farlo. Abbiamo le conoscenze, i mezzi e le risorse. Ma non siamo sulla buona strada». A riprova di questo, il professore cita i principali mali del nostro tempo: «Ogni anno muoiono 5 milioni e mezzo di bambini sotto i cinque anni: muoiono per problemi dovuti al parto, per malnutrizione, per malattie non curate. Ma potremmo curarli: questi bambini muoiono d’incuria. Sono 150 mila le donne muoiono per complicanze da parto».

Tra le altre cause di morte gli incidenti stradali (il numero più alto al mondo si concentra in Africa), le epidemie e l’obesità. «Come le zanzare portano la malaria» spiega Sachs, «le industrie del fast food americano sono il vettore di una malattia altrettanto grave: l’obesità, che crea epidemie di disordini metabolici».

E se per curare i cittadini americani basterebbero una buona educazione alimentare e leggi più severe per i produttori di cibo-spazzatura, per curare la povertà servono investimenti. «Abbiamo già dimostrato che è esattamente così» sottolinea l’economista, «nel momento in cui gli stati più ricchi hanno aumentato i fondi per sconfiggere la mortalità infantile, questa è calata. Il rimedio è disponibile e sotto gli occhi di tutti: basta volerlo applicare». —

 

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