La mamma di Domenico: «Quello che è successo è di una gravità inaudita»

Liceale morto a Milano, la donna non si dà pace: «Nessuno ci dice come è andata, i particolari li leggiamo solo sui giornali»

PADOVA. Stanno passando ore di profonda e lacerante angoscia i genitori di Domenico Maurantonio, bombardati da continue notizie riguardo alla tragedia che li ha colpiti: la morte del loro unico figlio diciannovenne avvenuta mentre credevano fosse al sicuro, in gita con i suoi compagni di classe. «Stanno facendo le indagini ma non ci dicono niente, è tenuto tutto secretato», ha detto ieri alle 20, Antonia Comin, la mamma di Domenico, insegnante di italiano e latino al Fermi, appena tornata dal supermercato insieme al marito Bruno. Il volto contrito, ormai senza più lacrime.

Nei suoi occhi non solo dolore, ma anche rabbia. Rabbia che si trasforma in determinazione, necessità assoluta di sapere quello che è successo a suo figlio. E lo si capisce anche dal fatto che marito e moglie sono costantemente collegati a internet. Dal web cercano chiarezza. Quella chiarezza che finora neanche l’autopsia ha dato. «Abbiamo visto la notizia sul sito dell’Ansa poco fa e poi è comparsa anche sul mattino di Padova», dice la mamma di Domenico, riferendosi alla svolta di ieri pomeriggio, ossia all’ “impossibilità” secondo gli investigatori di una caduta accidentale del giovane. «Non ne sappiamo nulla. Lo apprendiamo adesso», spiega la mamma.

Antonia Comin non si sbilancia, a molte domande risponde “no comment”, ma quello che pensa viene fuori con tutta la sua forza in una frase che non lascia spazio alle interpretazioni. «Quello che è successo è di una gravità inaudita», sottolinea la donna, riferendosi all’accaduto e lasciando intendere chiaramente che per loro, come genitori, non si è certo trattato di una tragica fatalità. Qualcosa “di una gravità inaudita” è successo. Che sia stato il lassativo nel bicchiere del diciannovenne, che sia stata la presenza di qualcuno che ha assistito alla caduta e che per un po’ l’ha anche trattenuto, che sia stata una spinta data volontariamente. Perché qualcosa “di una gravità inaudita” non può essere derubricato certo come un incidente.

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