La medicina delle lacrime per l'ultimo saluto a Gloria

Camposampiero, in mille al funerale della ragazza morta nel rogo della Grenfell Tower a Londra
BELLUCO-FOTOPIRAN-CAMPOSAMPIERO-FUNERALE GLORIA TREVISAN
BELLUCO-FOTOPIRAN-CAMPOSAMPIERO-FUNERALE GLORIA TREVISAN

CAMPOSAMPIERO. Quei due genitori con i lineamenti accartocciati in un dolore se possibile ancora più grande dello strazio per la figlia morta. Quella mamma e quel papà che fino all’ultimo giorno vivranno inchiodati alla croce delle ultime parole della loro Gloria, registrate al cellulare: «Mi dispiace, non potrò riabbracciarvi. Non è giusto, non voglio morire. Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me». Erano le 3 di notte del 14 giugno, Gloria e Marco erano nella prigione di fuoco dei 60 metri quadrati appena affittati con allegria e mille speranze al 23° su 24 piani della Grenfell Tower di Londra. Hanno provato ad aprire la porta, li ha investiti un inferno di fumo bollente. Non potevano scappare. Con il cellulare hanno salutato i genitori e mandato sms agli amici. Sono morti abbracciati. Con loro hanno perso la vita altre 87 persone.

Tanti palloncini bianchi a Camposampiero per salutare Gloria


In prima fila, ieri al funerale di Gloria, architetto di 26 anni, bella, perfetta come una pubblicità, quei genitori, Emanuela Disarò e Loris Trevisan. Loro due che con il cuore impazzito hanno provato cento volte a richiamare la figlia e Marco, proprio mentre i due ragazzi, l’uno avvinghiato all’altra, cercavano di respirare un’altra volta. E un’altra ancora. L’ultima.

Grenfell Tower, funerali di Gloria Trevisan. La mamma: "Non sei sola, Marco è con te"


Quei genitori torchiati dai lunghi giorni dell’attesa più nera, ché i due ragazzi non si trovano né vivi né morti, spremuti dall’angoscia che ora dopo ora si è inghiottita le ultime schegge di speranza. Fino al più grande dei dolori: attendere come un disperato sollievo il ritrovamento dei resti della figlia.

Sono dentro una bara di legno chiaro coperta di rose bianche e rosse, i resti di Gloria: il Duomo di Camposampiero ieri alle 17 è compostamente gremito. Un migliaio di persone, tanti e tanti i giovani, amici in lacrime, conoscenti e non, mossi dal desiderio di partecipare al lutto collettivo. Nei primi banchi Emanuela e Loris Trevisan con il figlio Giulio; Giannino Gottardi, papà di Marco, il fidanzato di Gloria, i cui resti poche ore prima erano arrivati a Tessera e trasportati a San Stino dove oggi alle 16.30 ci saranno i funerali. E la nonna materna Adelina accudita dal personale delle ambulanze: l’anno scorso ha perso il marito, il dolore per la nipote è troppo grande. Parte un video realizzato da “Artists for Grenfeel” a Londra: mentre un tot di cantanti si alterna in “Bridge Over Troubled Water” di Simon & Garfunkel, scorrono le foto del disastro. Gli aiuti, le lacrime, gli abbracci, i vigili del fuoco, la gente stranita. Il parroco don Claudio Bosa inizia la celebrazione: «Cara Gloria, sei tornata a casa. Ora parenti e amici possono piangere. Servono le lacrime, sono una misteriosa medicina». Ancora: «L’ingordigia di qualcuno ha creato questa tragedia. Siete partiti pieni di speranza e desiderosi di vita: quelle fiamme non vi hanno lasciato scampo». E poi il baluardo della fede, «che non nasconde lo strazio ma apre una speranza possibile». Parla delle «braccia di Gloria e Marco che si sono cercate per l’ultima volta: la cronaca si ferma qui, la fede va oltre. C’è un altro inizio, il coraggio di vedere oltre il buio della morte». È il suo lavoro, la consolazione dall’umana condizione. E continua con un appello ai giovani: «Per onorare la memoria di Gloria e Marco, continuate a sognare. Anche viaggiando perché il futuro è senza confini. E sognate anche per tutti i giovani del mondo, perché il futuro è senza confini». I più il là con gli anni, avvezzi ai funerali, seguono compiti; ai giovani le lacrime cominciano a rotolare sulle guance colorate d’estate. E continuano quando lo schermo a fianco dell’altare comincia a mostrarere le foto di Gloria che fa una smorfia, schiocca un bacio al vento, sorride, strizza l’occhio, Gloria che si laurea, che fa la V di vittoria, Gloria con le amiche. Gloria e Marco al mare, al lago, in montagna, Marco e Gloria che si abbracciano. Che si abbracciano sorridenti, affidandosi le rispettive vite, compresa la grande avventura di andare a Londra. Dove in pochi mesi avevano trovato un lavoro in studi di architetti, una casa. Dove quella maledetta notte si sono ancora affidati le rispettive vite tenendosi stretti nella morte.

Il fumo, l’aroma dell’incenso sgusciano tra banco e banco e invadono la chiesa: la benedizione della bara. L’addio. Seduta al banco, microfono in mano, prende fiato, coraggio e parola la mamma, Emanuela: «La vostra storia ha fatto il giro del mondo, ho ricevuto lettere, messaggi, perfino canzoni da ogni parte del mondo. Non lo dimenticheremo. Figlia mia, è il momento di salutarti, aiutaci e dacci la forza di lasciarti andare. Grazie per l’amore e la gioia che ci hai dato. A te e a Marco il nostro infinito abbraccio». Applausi. Il messaggio delle amiche più care, Vanessa e Marta, racconta una ragazza generosa, paziente, che sapeva ascoltare. «Sei stata come una sorella, forse non te lo abbiamo detto abbastanza». La testimonianza di una cugina, un’altra amica, ancora gli applausi. La bara di rose viene portata fuori dove la accoglie un volo di palloncini bianchi. Il portellone del carro funebre si chiude sull’ultimo viaggio di Gloria.


 

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