«La Medicina ha perso un grande uomo»

Cordoglio in azienda ospedaliera e all’Università per la morte del professor Ferronato, colto da infarto in Costa Rica
Di Elisa Fais

La morte del professor Giuseppe Ferronato, 68 anni, direttore dell’unità operativa di Chirurgia Maxillofacciale, ha lasciato sgomento e dispiacere in Azienda ospedaliera. Domenica il suo cuore si è fermato all’improvviso in Costa Rica, dove si trovava in vacanza con altri sei colleghi. Docente all’Università di Padova dal 1988, a febbraio del 2016 si era fatto conoscere a livello nazionale per il primo trapianto di mandibola artificiale d’Italia. Ieri i colleghi e il personale infermieristico del reparto di Chirurgia Maxillofacciale si sono uniti nel ricordo del professor Ferronato. «Si faceva voler bene per il suo carattere, era un catalizzatore di buon umore», ammette il professor Alessandro Martini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e organi di senso, «non ho mai visto un medico così stimato e benvoluto dai suoi allievi. Più volte mi aveva espresso il desiderio di mollare, stanco della burocrazia, ma è sempre rimasto per i suoi ragazzi». «Ferronato è stato un vero maestro», dice Alberto Bedogni, anch’egli professore, «ci ha permesso di crescere: da un lato, ci ha dato la libertà intellettuale e dall’altro, ha creato gli spazi perché potessimo esprimerla. Era un’ottima persona, prima che un ottimo chirurgo. Sapeva mantenere la calma, dare buoni consigli e sdrammatizzare le situazioni difficili». «Era gioviale e disponibile con tutti», ricordano i medici Stefano Fusetti e Giorgia Saia. «Ogni anno festeggiava il suo compleanno con i colleghi in reparto, portava la soppressa: era un momento atteso con affetto da tutti. Era unico e è insostituibile». Il funerale, probabilmente, sarà celebrato la settimana prossima. «Siamo in un limbo», spiega la moglie Michela Faccioli, «ci vorranno almeno cinque giorni prima che tutte le pratiche per il rientro della salma siano a posto. Qui a Padova rimaniamo in attesa, fino a sabato non avremo novità. L’Università nel frattempo ha espresso il desiderio di fare l’alzata di bara al Bo». Oltre alla moglie Michela, lascia i figli Petra, Paolo e Federica. Ferronato è stato trovato morto nella sua camera d’albergo. Dai primi accertamenti pare che sia stato colto da infarto. Era in vacanza con lui il collega Francesco Cossler, originario di Trieste, che racconta: «La sera prima abbiamo fatto la nostra tranquilla vita da vacanza, tra cena e passeggiata. Giuseppe era sempre il primo ad alzarsi, ma l’altra mattina mi sono accorto che non era ancora sveglio. Era un carissimo amico, l’ho conosciuto nel 1981 quando eravamo due giovani medici. Lo ricordo come una persona di gusti semplici. Non amava il lusso. Gli bastava la buona compagnia, una fetta di salame, un bicchiere di vino». Anche l’ateneo e l’Azienda ospedaliera si stringono attorno alla famiglia Ferronato.

«La scomparsa del professor Giuseppe Ferronato è, per me e per tutto l’Ateneo, una tristissima notizia», afferma il rettore Rosario Rizzuto, «se ne va un grande medico e una persona per bene. Era un punto di riferimento per la Scuola di Medicina sul piano umano, professionale e scientifico. Alla sua famiglia porgo le condoglianze a nome dell’Università di Padova».

«In questa circostanza dolorosa per l’inaspettata e prematura perdita del nostro professor Giuseppe Ferronato», dichiara il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Luciano Flor, «lo ricordo come un amico sensibile, generoso, coraggioso, umile e solare. Esprimo alla famiglia i sensi del mio più accorato cordoglio. Sentiremo tutti la sua mancanza anche per l’alta statura professionale che ha dato un valore aggiunto a quest’Azienda». «Il ricordo del professor Ferronato non può che essere positivo», ricorda il direttore sanitario, Daniele Donato, «È stato un grande sia come scienziato, sia a livello umano nei confronti di pazienti e colleghi. Lascia un vuoto, l’ho incontrato pochi giorni fa prima che partisse: avevamo tanti progetti in mente».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova