La moglie di Luca Claudio rivuole la casa confiscata

«Sono io che pago le rate del mutuo» sostiene Stefania Bisaglia, che vive a Roma. L’appartamento è uno dei dodici sequestrati perché ritenuti provento di tangenti
LIVIERI- FOTOPIRAN - MONTEGROTTO-ARRESTO GDF SINDACO LUCA CLAUDIO
LIVIERI- FOTOPIRAN - MONTEGROTTO-ARRESTO GDF SINDACO LUCA CLAUDIO

ABANO TERME. La moglie Stefania Bisaglia reclama: «Quell’appartamento confiscato è mio, visto che pago il mutuo. E ne chiedo la restituzione. Pertanto va cancellata la confisca». Così tornerà in un’aula del Palazzo di giustizia il marito Luca Claudio, l’ex sindaco delle Terme condannato come “mister 10 per cento” per aver preteso e incassato tangenti su quasi ogni aspetto della vita amministrativa di Montegrotto prima e poi di Abano. L’udienza (tecnicamente l’incidente di esecuzione) è stato fissato per il prossimo 17 aprile davanti al gip padovano Domenica Gambardella che dovrà pronunciarsi sulla richiesta della signora Bisaglia-Claudio, di fatto residente a Roma proprio in quel contestato piccolo appartamento vicino alla splendida piazza Navona, pagato 350 mila euro come risulta dalla documentazione consegnata. È il 21 dicembre 2016 quando davanti al gup padovano Tecla Cesaro l’ex sindaco patteggia 4 anni (poi ridotti nell’ultimo grado di giudizio a 3 anni e 11 mesi) e la confisca di 12 appartamenti, condizione senza la quale il pm Federica Baccaglini, titolare delle varie inchieste sugli affari sporchi alle Terme, non avrebbe mai concesso il via libera alla pena concordata. Il magistrato, infatti, aveva sollecitato l’applicazione delle norme antimafia e anticorruzione per riequilibrare le tangenti incassate negli anni, circa mezzo milione di euro, tra il 10 e il 15 per cento su molti appalti e affidamenti diretti comunali. Tutti quegli appartamenti risultavano di proprietà riconducibili a Luca Claudio, pur intestati alle società Rls e Soleluna. E l’alloggio di Roma? Pagato in gran parte con un mutuo, un’altra parte del prezzo era stata saldata grazie ad alcuni assegni staccati e firmati dall’ex sindaco: ecco perché anche l’abitazione romana è entrata nel novero degli immobili confiscati. L’8 marzo scorso Luca Claudio è stato scarcerato dopo aver scontato la condanna ed è tornato nella sua abitazione in via Campagna Bassa, a Montegrotto.

Le disavventure giudiziarie iniziano ufficialmente il 23 giugno 2016: a quattro giorni dalla sua rielezione a primo cittadino di Abano, viene arrestato nell’ambito della prima inchiesta che coinvolge anche il collega di Montegrotto, Massimo Bordin, e alcuni imprenditori. Nel luglio 2016, con altri arresti, si apre il filone dell’inchiesta sulla bonifica della discarica di Giarre: per Luca Claudio, che ha scelto il processo, l’appuntamento di fronte al tribunale è per il prossimo 16 luglio, mentre hanno già definito le loro responsabilità con riti alternativi gli altri coimputati .

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