«La Mostra ce l’ha fatta È più forte della crisi»

di Claudio Malfitano
Una Mostra che resiste alla crisi, che sostiene e promuove il cinema d’autore e che trasforma la sezione Orizzonti in un concorso parallelo più che collaterale. Il bilancio di Venezia71 sta nei numeri che il presidente della Biennale Paolo Baratta si è appuntato in un foglietto che tiene in mano per tutta la conferenza stampa finale. «Quest’anno abbiamo avuto 7.300 accreditati totali, come nel 2013. L’incasso è stato di un milione e 300 mila euro, come nel 2013. Ma, avendo ridotto le proiezioni e cambiato alcune dinamiche, vorrei introdurre un nuovo criterio statistico: i “sederi seduti”. Quest’anno sono stati 128 mila, nel 2013 erano 126.800. Notevole anche l’incremento dei “sederi virtuali”, quelli collegati alla nostra sala web: erano 600 nel 2013, quest’anno sono stati oltre 2.300».
Insomma la forza dei numeri per dire che la Mostra tiene, nonostante la crisi e la concorrenza sempre più pressante. Numeri che però non servono a evitare le osservazioni sul visibile calo degli spettatori e sulla diaspora verso Toronto nella seconda settimana di manifestazione.
Tanto che a un certo punto il direttore Alberto Barbera sbotta: «Ogni anno sento dire le stesse cose. Non c’è stata nessuna diaspora. Questa cosa della concorrenza con Toronto sta diventando un po’ una stupidaggine: c’è sempre un calo fisiologico all’inizio della seconda settimana, dopo l’abbuffata del weekend. E poi non ci si può sempre affidare alla sensazioni. Ci si misura con i dati reali e oggettivi».
Dopo quella sui numeri, la polemica più ricorrente alla Mostra è sulla scelta di premiare un film d’autore anziché uno per il grande pubblico. Anche perché il “Piccione” Leone d’oro non ha una distribuzione in Italia, così come il “Postino” d’argento del regista russo Kon›alovskij. Barbera prima resta prudente: «Non commento le scelte della giuria, sarebbe irrispettoso. I verdetti si accettano e non si discutono». Poi però si sbottona: «Se siamo qui solo per premiare un film come “Birdman”, che avrà comunque successo, significa non dico che siamo inutili, ma non così indispensabili. Mentre il film di Andersson, grazie a Venezia, triplicherà gli spettatori». Infine l’affondo: «Lo scorso per “Sacro Gra” tutti avevano profetizzato il flop in sala invece ha incassato oltre 1 milione 300 mila euro».
Poche donne? Una coincidenza. «Quando seleziono i film non guardo mica alle quote rosa» dice Barbera. «È stata una coincidenza, l’anno scorso è successo a Cannes».
Ma l’orgoglio di Baratta e Barberaquest’anno si misura nel successo della sezione Orizzonti, il cui pubblico è raddoppiato con la nuova Sala Darsena: «Una sezione cui Barbera ha lavorato per anni», spiega il presidente. «Basta considerarla collaterale, è fondamentale. Gli articoli scritti sui film di questa sezione quest’anno sono triplicati».
Dal presidene Baratta, un ringraziamento alla Rai: con il canale Rai Movie ha fatto vivere in diretta le cerimonie di apertura e chiusura, e ha dato ampia copertura alla Mostra.
Infine, la stampa internazionale: i giudizi sono stati più che positivi per la qualità dei film in concorso. «È il Festival con il più alto tasso di gradimento internazionale che io ricordi», sottolinea Baratta: «In un grande giornale straniero hanno scritto perfino che al Lido si mangia benissimo».
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