La passione di Dio per i coleotteri

Telmo Pievani è uno dei personaggi più noti della divulgazione scientifica in Italia. Organizza grandi manifestazioni come quelle di Genova e di Roma, insegna filosofia della scienza, è uno dei nomi di punta, anche a livello internazionale nella difesa del neodarwinismo contro i detrattori interessati e questo lo ha portato spesso in polemica anche con esponenti ecclesiastici. Crede in una divulgazione moderna. «Si può fare divulgazione in due modi – dice – uno è quello storico, quando si raccontano le scoperte scientifiche ed i loro contesti. L'altro, quello di cui mi occupo, cerca invece di portare al grande pubblico le scoperte più recenti, le ricerche ancora in corso, perché in campo biologico le cose cambiano molto velocemente».
Ed in effetti solo vent'anni fa quello che scrive Telmo Pievani non sarebbe stato considerato scientifico. «Gli studi sul DNA – spiega ad una attenta platea di studenti – dimostrano che per molto tempo non siamo stati soli, che sulla terra sono state presenti contemporaneamente diverse specie umane, forse addirittura sei, con caratteristiche diverse. E se abbiamo vinto noi homo sapiens non è neppure stato perché siamo i più forti o i più adattabili, ma per una serie di coincidenze. Per esempio i neandertaliani avevano un cervello più grande del nostro e la loro scomparsa ha probabilmente un responsabile, cioè noi sapiens».E questa è grosso modo la tesi che Pievani vuole dimostrare in La vita inaspettata. Il fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto. L'uomo non è dunque l'esito irrevocabile di una creazione, ma neppure di una evoluzione intelligente e inevitabile. E' il risultato di un caso abbastanza imprevedibile. «Questo – dice – dovrebbe renderci molto orgogliosi, perché noi siamo qui mentre potremmo benissimo non esserci, come le specie umane che si sono estinte». «La vecchia idea della evoluzione lineare –dice Pievani – bisogna metterla da parte. L'evoluzione procede secondo un modello ad albero, per cui non si hanno gradi successivi, ma contemporanei. I sapiens hanno vissuto per molto tempo accanto ad altro uomini, e secondo le ultime ricerche si sono anche accoppiati con altri uomini, poi siamo rimasti da soli».E non perché la terra è fatta per noi. «Se arrivasse un marziano e gli chiedessimo di chi è la terra non avrebbe nessun dubbio: la terra è dei batteri. Sono organismi forti, indistruttibili, esistono in infinità di specie, non hanno bisogno di niente e di nessuno, mentre noi senza i batteri non potremmo vivere, la terra è loro».E viene in mente quel biologo che interrogato da un teologo che gli chiedeva cosa potesse dedursi di Dio studiando le sue creature rispondeva: «Che ha una passione sfrenata per i coleotteri», altrimenti perché avrebbe creato 400 mila diverse specie?
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