«La Pedemontana è a rischio di infiltrazione mafiosa»

RUBANO. Il Veneto è terra di mafia, inutile chiudere gli occhi. È quanto emerso dal primo incontro della rassegna “LegalMente”, organizzata dal Comune, e moderato dal giornalista Francesco Jori, editorialista del “Mattino di Padova”. «È il sesto anno che organizziamo questa rassegna e dal 2011 siamo soci di Avviso Pubblico, ricevendo supporto contro le mafie: i primi tempi c’era chi ci prendeva per matti, poi la storia ci ha dato ragione», spiega il sindaco Sabrina Doni. «Escludendo il Meridione, sono state oltre 120 le operazioni antimafia condotte dalle forze dell’ordine negli ultimi dieci anni: una al mese per il Centronord, un dato spaventoso», racconta Antonio Parbonetti, prorettore dell’Università di Padova. «Dal settore immobiliare alla gestione dei rifiuti la mafia ormai riesce a mimetizzarsi in tutti gli ambienti. Le aziende mafiose più pericolose sono quelle con grandi fatturati e grande successo perché riescono ad infiltrarsi all’interno delle istituzioni. Bisogna però sottolineare che la mafia non aiuta gli imprenditori con cui si allea, ma li inganna e li fagocita».

È intervenuto anche Francesco Trotta, autore del libro “Confiscateli - Storie di Mafie e Rinascite”, un lungo viaggio che parte dalla Sicilia e arriva fino a qui: «Le istituzioni venete per troppo tempo hanno fatto finta di nulla», ha detto. «I beni confiscati per mafia sul nostro territorio sono più che raddoppiati e dobbiamo impegnarci perché il loro riutilizzo sia proficuo per la popolazione. Dobbiamo tenere sempre alto il livello di guardia: ad esempio la Pedemontana veneta è un’opera a forte rischio di infiltrazioni».

Prossimo appuntamento il 5 aprile sempre all’auditorium dell’Assunta, ospiti il tenente colonello dei carabinieri Giulio Pini e il giornalista Renzo Mazzaro, editorialista del “Mattino di Padova” con Fernando Zilio, presidente della Camera di Commercio.

Luca Perin