La proprietà Lofra fallisce e nell’ex sede resta l’amianto

TEOLO. La notizia del fallimento della società “Primavera Immobiliare Srl”, proprietaria dello stabilimento ex Lofra Cucine di via Euganea Treponti, decretato il 24 novembre scorso dal Tribunale di Padova, preoccupa non poco il sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo. Le coperture di alcuni capannoni industriali dell’ex opificio abbandonati tra via Euganea e via Pastorie, in un’area densamente abitata, sono in cemento-amianto e il primo cittadino vuole capire, ora che la proprietà è fallita, chi e come si occuperà della bonifica.
I timori di Valdisolo sono condivisi anche da coloro che abitano nelle case tutt'intorno all'ex stabilimento, che un anno e mezzo fa hanno presentato in municipio una petizione proprio per sollecitare la riqualificazione ambientale del sito. Bonifica che ai primi di marzo di quest’anno era partita a carico della Primavera Immobiliare che aveva presentato in comune una Scia. Poco dopo però, i lavori hanno dovuto interrompersi perché allegate al progetto, non c'erano tutte le autorizzazioni previste per la rimozione delle coperture. Da allora tutto si è fermato e ora la situazione sembra complicarsi ulteriormente con il fallimento della proprietà. «La prossima settimana chiederò un ulteriore sopralluogo all'Arpa e agli enti competenti per capire, dal punto di vista della sicurezza della salute dei cittadini, come stanno realmente le cose in quei capannoni in disuso», afferma Valdisolo. «Con il fallimento della proprietà la situazione si complica enormemente. Sull'ex stabilimento Lofra con il Pat abbiamo doto la massima disponibilità a usi diversi tramite un piano di recupero. Con la modifica al piano urbanistico l'immobile che ha una cubatura importante (circa 70mila metri cubi) può essere destinato per oltre la metà del volume in strutture di servizio e commerciali. Si era ipotizzata anche una casa di riposo per anziani. Alla realizzazione di tutto questo è legata, ovviamente, la bonifica del sito. Un futuro che ora si presenta piuttosto problematico». L’abbandono del sito produttivo è avvenuto verso la fine del 2012, dopo che lo storico marchio di cucine fondato dalla famiglia Lovato nel 1956, era passato in mano all'imprenditore iraniano Reza Salehi, che ha spostato la produzione nella zona artigianale di a Torreglia. Inutile dire che la bonifica è parecchio costosa visto che può essere effettuata solo da ditte specializzate. Il problema sorge quando le lastre di amianto di sbriciolano e rilasciano sostanze cancerogene.
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