La ribellione al destino trasformata in un diario

Cosa dice al nostro cuore la morte di Andrea Bizzotto, 33 anni, strenuo combattente contro un destino purtroppo tragicamente segnato
Andrea Bizzotto
Andrea Bizzotto

CITTADELLA. Il mondo è pieno di donne e uomini che lottano contro il cancro, battaglie straordinarie che restano nell’intimità. La storia di Andrea Bizzotto è diventata un’esperienza di commozione collettiva perché ha saputo mettere in mezzo, tra vita e morte, la potenza di un’opera d’arte. Perché è il libro che consentirà ai lettori di non staccare mai la propria mano da quella del suo autore. Perché è la canzone che continuerà a regalare emozione e bellezza.

Andrea Bizzotto – dopo la sentenza di morte imposta dalla biologia – ha praticato un gesto di ribellione creativa. Lui pretendeva che qualcosa rimanesse, per sua figlia. Ma quel qualcosa era bello, non poteva restare privato, ed è diventato un’esperienza di umanità profonda per migliaia di persone. «Non sono uno scrittore, ma non sono un analfabeta», ha detto. Il suo è stato un racconto difficile, in cui altri si sono cimentati, ma che resta controcorrente in un mondo che tende a rimuovere lo scorrere del tempo, fatiche, dolore, nel nome dell’estetica di un eterno presente. Lui ha ribaltato l’ordine del discorso precostituito e leggendo il suo svelarsi donne e uomini hanno avuto la possibilità liberante di riconoscersi, di sentirsi parte di una storia: difficile, ma che resta ricca di attimi preziosi.

Andrea Bizzotto ha fatto tutto questo con la forza vertiginosa dell’amore per la figlia: questo era il suo fine. Ma il mezzo si intreccia al fine, e lui ha agito con il miracolo che sta dentro parole e scrittura: nel tempo ipertecnologico, l’uomo continua a strappare il senso del vivere con la potenza della sua poesia e della sua arte.
 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova