La ribellione al destino trasformata in un diario

CITTADELLA. Il mondo è pieno di donne e uomini che lottano contro il cancro, battaglie straordinarie che restano nell’intimità. La storia di Andrea Bizzotto è diventata un’esperienza di commozione collettiva perché ha saputo mettere in mezzo, tra vita e morte, la potenza di un’opera d’arte. Perché è il libro che consentirà ai lettori di non staccare mai la propria mano da quella del suo autore. Perché è la canzone che continuerà a regalare emozione e bellezza.
Andrea Bizzotto – dopo la sentenza di morte imposta dalla biologia – ha praticato un gesto di ribellione creativa. Lui pretendeva che qualcosa rimanesse, per sua figlia. Ma quel qualcosa era bello, non poteva restare privato, ed è diventato un’esperienza di umanità profonda per migliaia di persone. «Non sono uno scrittore, ma non sono un analfabeta», ha detto. Il suo è stato un racconto difficile, in cui altri si sono cimentati, ma che resta controcorrente in un mondo che tende a rimuovere lo scorrere del tempo, fatiche, dolore, nel nome dell’estetica di un eterno presente. Lui ha ribaltato l’ordine del discorso precostituito e leggendo il suo svelarsi donne e uomini hanno avuto la possibilità liberante di riconoscersi, di sentirsi parte di una storia: difficile, ma che resta ricca di attimi preziosi.
Andrea Bizzotto ha fatto tutto questo con la forza vertiginosa dell’amore per la figlia: questo era il suo fine. Ma il mezzo si intreccia al fine, e lui ha agito con il miracolo che sta dentro parole e scrittura: nel tempo ipertecnologico, l’uomo continua a strappare il senso del vivere con la potenza della sua poesia e della sua arte.
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