La richiesta nel biglietto d’addio Alessandro Pontin sarà cremato

Famiglia chiusa nel dolore, esclusa una cerimonia funebre, probabile un momento di raccoglimento
BASCHIERI - FOTOPIRAN - TREBASELEGHE - SEQUESTRO IN CASA SANT'AMBROGIO.ALESSANDRO PONTIN
BASCHIERI - FOTOPIRAN - TREBASELEGHE - SEQUESTRO IN CASA SANT'AMBROGIO.ALESSANDRO PONTIN

trebaseleghe

“Voglio essere cremato, spargete le mie ceneri”. Era questo il volere di Alessandro Pontin, il 49enne che ha barbaramente ucciso i due figli, Francesca e Pietro, di 15 e 13 anni, e che poi si è poi tolto la vita accoltellandosi alla giugulare. L’aveva messo nero su bianco nell’unico biglietto scritto poco prima della mattanza e lasciato all’interno del suo appartamento di Sant’Ambrogio di Trebaseleghe. Un volere che sarà soddisfatto: il 49enne verrà infatti cremato. Uno di questi giorni dall’obitorio di Padova, dove si trova la salma, verrà trasportato direttamente al forno crematorio. Non ci sarà una vera e propria funzione funebre.

La famiglia dell’uomo al momento preferisce affrontare quest’enorme dolore nella massima riservatezza. Non è escluso però che prima della cremazione ci possa essere un sacerdote a dare la benedizione ad Alessandro Pontin, come non è escluso che ci possa essere anche un momento di raccoglimento molto intimo con i soli familiari. Ma è escluso che avvenga una cerimonia nella chiesa di Sant’Ambrogio.

autopsie

Le autopsie del padre assassino e dei due poveri ragazzi sono state eseguite martedì dal professor Giovanni Cecchetto dell’Università di Padova, incaricato dal pm Sergio Dini, titolare dell’inchiesta. Un lavoro lungo e faticoso, anche dal punto di vista umano, che si è protratto fino a notte fonda. Ieri è stato consegnato il rapporto al magistrato che ha concesso il nulla osta per le esequie. Il funerale è stato organizzato per oggi dalla famiglia di Francesca e Pietro, che aveva sollecitato tempi brevi. E così è stato.

Intanto proseguono le indagini per cercare di capire il movente dell’efferato duplice omicidio. Cosa può aver spinto un padre ad uccidere a colpi di coltello i figli? Cosa può averlo portato ad infierire anche davanti ai loro occhi pieni di terrore mentre cercavano di scappare? Si scava nel passato di Alessandro Pontin. A ricostruire passo passo la vita del killer, esaminando ogni singolo dettaglio, ci stanno pensando in queste ore i carabinieri del comando provinciale di Padova. Il punto di partenza sarebbe il rapporto di coppia con l’ex moglie Roberta, dalla quale il 49enne si era separato il 16 luglio 2012 (il divorzio era arrivato il 24 novembre 2016).

presunte violenze

Si vuole fare luce sulle presunte violenze di cui ha parlato la donna. Violenze che sarebbero state rivolte nei suoi confronti, mai verso i figli, e che però non sono mai state denunciate alle forze dell’ordine. L’unica querela a carico dell’uomo riguarda il pagamento degli alimenti all’ex moglie, procedimento poi archiviato nel momento in cui Pontin ha saldato i suoi debiti e la donna ha ritirato la denuncia. Ma in questi anni dispetti e ripicche sono stati quasi all’ordine del giorno, nonostante ognuno si fosse rifatto la propria vita. Roberta aveva ha un nuovo compagno e Alessandro stava insieme da 6 mesi a Luciana Zillio, con la quale condivideva anche la passione per le discipline olistiche. Anche Luciana, chiusa nel dolore, non sa spiegarsi cosa abbia spinto l’uomo a un gesto tanto terribile. «Non è l’Alessandro che ho conosciuto», ha ripetuto più volte incredula. —



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