La risposta allo sgombero della Marzolo, occupato ex centro anziani di via Callegari

Era in stato di abbandono ormai da anni. Gli attivisti del circolo Catai rivendicano l'azione: "Sarà una casa del popolo aperta a tutti".

PADOVA. "Siamo attivisti e attiviste, precari, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, giovani e meno giovani, donne e uomini, abitanti dell'Arcella. Abbiamo riaperto il piccolo edificio di via Cardinal Callegari 5, un edificio che funzionava come centro anziani, prima di essere lasciato all'abbandono. Lo abbiamo riaperto per restituirlo alla città e al quartiere, all'Arcella, a San Carlo, negli anni raccontati come luogo di degrado ma in realtà pieni di vita e forze vive, forze che portano avanti questa città". Inizia così il lungo comunicato pubblicato sulla pagina Facebook del circolo Catai, una delle declinazioni dell'ex collettivo politico Gramigna.

Non si è fatta attendere dunque la reazione del gruppo dopo lo sgombero dell'ex mensa Marzolo di proprietà dell'Università. La battaglia è sempre la stessa: ridare vita a luoghi abbandonati dagli enti pubblici. Dopo cinque anni al Portello gli occupanti si spostano all'Arcella.

E' stato scelto anche un nome significativo: "La dedichiamo a Berta Caceres, attivista honduregna alla quale ci sentiamo molto legati, una donna che ha combattuto insieme al suo popolo contro la costruzione di una diga che avrebbe completamente devastato il territorio, togliendolo alle popolazioni che da sempre lo abitano. Però dire solo questo di lei sarebbe riduttivo: Berta era ambientalista, femminista, antirazzista e praticava questi valori in varie forme. Per le sue idee è stata uccisa nel 2016. In Honduras si urlava: “Berta no murió, se multiplicó”. E' già attiva la pagina Facebook: "Berta-Casetta del Popolo".

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