La sfida mondiale del Caffè Venezia

PADOVA. Il caffè veneziano alla conquista del mondo. È una storia di tradizione e modernità che guarda da una parte alle vicende di una Repubblica di San Marco in costante confronto armato con i turchi, ma sempre attenta a far filtrare le migliori novità dell’oriente nel resto d’Europa, e dall’altra che ha nel suo Dna le start up del chilometro zero, del precariato e dell’avventura umana e lavorativa di chi ha saputo sfidare i tempi e creare qualcosa di nuovo nel solco di una tradizione centenaria. Ca’vè, piccola torrefazione del sestriere Santa Croce a Venezia è pronta a fare il grande balzo sui mercati internazionali anche grazie a un accordo importante con una dei colossi europei dell’ agroalimentare.

Una vicenda imprenditoriale che s’intreccia con la storia del padovano Francesco Palombarini, classe 1968, laureato in Matematica e precario dell’insegnamento, che ha scelto di cogliere il testimone di un altro padovano, il medico e botanico Prospero Alpino, il primo a introdurre a Venezia, nel 1570, una bevanda, il Caffé, che l’erudito aveva conosciuto al Cairo come medico personale del Console della Repubblica di San Marco Giorgio Emo. «Dopo la laurea avevo iniziato ad insegnare ma avevo poche ore, troppo poche per sentire che la mia vita stava prendendo una forma precisa» ricorda Palombarini. «Un amico mi ha chiesto se volessi aiutarlo in un’altra avventura, quella del Caffé del Doge, una torrefazione di Venezia che aveva sede anche a Padova. Ho deciso di lavorare con lui e ho iniziato a portare pacchi di caffè per le vie della città, per entrare in qualità di socio l’anno successivo, nel 1995». Il sodalizio fra Caffé del Doge e Palombarini continua fino alla rottura, nel 2010. Il padovano esce dall’azienda e sceglie di puntare al Chilometro Zero aprendo una sua torrefazione, Ca’Vè, a due passi dalla stazione e non lontana da quel “Fontego dei Turchi” che era sede dei magazzini e dei mercanti orientali di stanza a Venezia proprio negli anni dell’introduzione della bevanda in Europa. Nel giro di pochi anni Ca’Vè si prende il suo spazio in città, conquista i bar e i ristoranti di Venezia e si sdoppia in due marchi, lo storico Ca’Vé (che gioca sul nome originario della bevanda chiamata dai turchi Kahve) e il nuovo Caffé Venezia, per affrontare i mercati internazionali con il nome semplice ed evocativo di una delle più note capitali del mondo. La piccola impresa attira amici ed investitori fino a far nascere, tre anni fa, la start up “Mokah” che vede Palombarini in affari con Isidoro Perillo e Andrea Sanevigo, e che punta all’internazionalizzazione dei marchi dell’azienda e alla vendita on line dei prodotti. L’anno scorso l’azienda fatturava all’estero oltre il 35% del proprio giro d’affari, fornendo i locali di Liverpool e di Girona in Spagna ma pure alcuni caffè di Palo Alto in California, il vero e proprio centro della New Economy dei social network nel mondo. «In un settore dove la competizione è fortissima e i grandi gruppi italiani e internazionali si stanno attrezzando per scontrarsi sui mercati globali, una piccola realtà come la nostra deve sviluppare una strategia il più possibile legata al consumatore finale, sfruttando le nicchie di curiosità e cultura che si creano in un mondo, quello dell’espresso, che si sta facendo largo nei consumi internazionali» spiega l’imprenditore padovano. «Puntare sulla qualità non basta, bisogna investire nella formazione e guardare a quel mondo della ristorazione e dei bar che concede più spazio alle realtà di nicchia». Proprio per questo Palombarini ha scelto di elaborare un progetto, quello di un franchising di Caffè-bar fortemente legati al suo marchio, che ha attirato l’attenzione di una grande multinazionale dell’agroalimentare. «Tra pochi giorni potremo svelare il nome del nostro partner» ha concluso l’imprenditore. «A Venezia abbiamo già aperto e i risultati sono ottimi. Abbiamo un contratto pluriennale per l’apertura di altri bar a marchio nell’area del Veneto centrale, e crediamo di potere crescere ben oltre i confini della regione con un progetto che vuole portare nel mondo la storia, il sapore e la tradizione del caffè veneziano».
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