La svendita scatena l’assalto a Mercatone Uno e il personale chiude

Troppa gente a Curtarolo, impossibile gestirla: dipendenti e direzione si scontrano, alla fine arrivano anche carabinieri e sindacati

CURTAROLO. Al Mercatone Uno, ieri mattina, sono dovuti intervenire anche i carabinieri: appena un’ora dopo l’apertura della vendita promozionale dietro la quale i sindacati sospettano ci sia la liquidazione del punto vendita di Curtarolo, l’assalto dei clienti ha fatto scattare la protesta del personale. Alle 10, con centinaia di consumatori già dentro al supermercato non alimentare, cassiere e commessi hanno chiamato i sindacalisti Fabio Paternicò (Uiltucs-Uil), Daniele Salvador (Fisascat-Cisl), Christian Vicoletti (Filcams-Cgil) e Barbieri dell'Ugl.

Durante la protesta sono volate parole grosse tra i dirigenti e i lavoratori (quasi tutte donne): secondo i dipendenti, la ressa era tale che nel punto vendita non c’erano nemmeno le condizioni di sicurezza. Alla fine, le parti hanno raggiunto un accordo temporaneo, sfociato nella decisione di chiudere il punto vendita alle 11. Dopodiché i 43 dipendenti della società emiliana, che ha già chiesto il concordato preventivo al Tribunale di Bologna, sono tornati a casa. Diversa la situazione al punto vendita di Tribano: il market è rimasto aperto tutta la domenica; mercoledì è stata indetta un’assemblea sindacale, durante la quale il negozio resterà chiuso.

L'azienda «sta tenendo un comportamento pessimo sia nei confronti dei sindacati che di tutti i suoi 3.500 dipendenti, occupati nelle 79 filiali di tutta Italia», sottolinea Fabio Paternicò, segretario Uil del settore. «Con la scusa della liquidazione straordinaria, non può obbligare le cassiere a lavorare come delle bestie. Specialmente in questo delicatissimo periodo, quando ormai tutti sanno che queste vendite promozionali, in corso ad esempio anche a Castegnato di Brescia, Serravalle Scrivia, Lucca, Cascina di Pisa, Napoli-Arzano e Misterbianco (Ct), rappresentano l'anticamera della chiusura definitiva delle 34 sedi preannunciata in tutta Italia. Il prossimo incontro è fissato per l’1 aprile. Nel frattempo gli amministratori del gruppo non possono continuare a tenere i dipendenti sui carboni ardenti senza farci conoscere i nomi delle due cordate che hanno manifestato interessi per acquisire circa la metà dei punti vendita». Nel frattempo dalle altre regioni arrivano notizie frammentarie. I lavoratori della sede di Lucca sono scesi già in sciopero. Per quella di Castegnato, periferia nord di Brescia, invece, è stata già annunciata la chiusura.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lavoro

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova