La tragedia di Mattia, il mondo scout in lutto: «Abbiamo perso un amico»

Il dolore dei capigruppo per il giovane morto durante un’uscita: «Non ci risulta avesse problemi di cuore». La mamma: «È morto facendo quello che più amava»
MALAGOLI LUOGO MORTALE SCOUT TORREGLIA
MALAGOLI LUOGO MORTALE SCOUT TORREGLIA

TORREGLIA. Cercano una risposta che non c’è. E non sanno darsi pace, i due capi-accompagnatori del gruppo scout di Santa Maria Maddalena, Andrea Danesi ed Enrico Galvani, per la tragedia che li ha colpiti durante quella che doveva essere una gioiosa escursione sui Colli Euganei prima di festeggiare la Pasqua in famiglia. Il giovane scout di 18 anni, Mattia Monesi, è morto nella notte tra venerdì e sabato nel suo sacco a pelo.

L’esperto capo dei novizi Andrea Danesi, in attesa dell’arrivo della mamma di Mattia, tiene stretto tra le mani il fazzolettone blu e giallo dell’amico scomparso e un fiore. «Mattia era un ragazzo pieno di vita, non mi risulta che avesse problemi di cuore», dice tra le lacrime Danesi. «Siamo tutti sconvolti, abbiamo perso un amico vero, un ragazzo semplice, stupendo e solare a cui tutti volevano bene. Non si può morire in questo modo alla vigilia di Pasqua». L’uscita sugli Euganei era una delle tante che il noto gruppo polesano organizza durante la stagione. L’avevano programmata con dovizia di particolari con lo scopo di far trascorrere ai ragazzi un paio di giornate a contatto con la natura. Per questo avevano scelto le pendici del Venda, dove ci sono i castagni secolari e il centro di Casa Marina.

Il vicario parrocchiale di Torreglia, don Giulio Osto, venerdì scorso dalla conica che si trova di fronte al centro parrocchiale Sacro Cuore, ha sentito il gruppo cantare. «Come fanno molte parrocchie della zona in questo periodo pasquale, anche noi abbiamo messo a disposizione il patronato per ospitarli», spiega il giovane sacerdote. «Sono arrivati nel pomeriggio, dopo aver sistemato le loro cose hanno cenato e dopo un po’ si sono infilati nei loro sacchi a pelo per dormire. La tragedia ci ha lasciato sbigottiti. I ragazzi erano disperati per la perdita del loro compagno. Cercavano di farsi coraggio tra di loro, ma il dolore era troppo forte e si sono lasciti andare a scene di disperazione comprensibili. Immagino il dolore della mamma che dopo essere rimasta vedova dodici anni fa aveva riposto tutte le sue aspettative su quel figlio unico che ora purtroppo non c’è più».

Il dolore della mamma. Lo scoutismo era il suo grande amore e più volte la madre, affranta dal dolore, ha detto: «Si è spento mentre era con i suoi amici scout, la cosa più bella della sua vita». L’altro sogno di Mattia - un ragazzone di diciotto anni, forte e con il cuore grande, ma evidentemente fragile - era fare il volontario, prestare soccorso, entrare nell’associazione Barbara di Occhiobello, che fa assistenza agli anziani. Era un bravo ragazzo, Mattia, che sebbene fosse stato privato del papà a soli sei anni, portato via da un tumore, non aveva perso il sorriso. Anzi, tutti lo conoscevano per la sua grande generosità. Merito anche di mamma Consilia, una donna meridionale che chi la conosce descrive come attiva e combattiva, una che non si perde mai d’animo.

«Era un ragazzo semplice, simpatico non era chiuso, ma riflessivo», racconta di lui uno dei capi-scout che ha trascorso con Mattia le ultime ore, quelle allegre della route sui Colli. «Gli volevo molto bene, era uno fuori dal gregge. Prendeva la parola una volta in meno degli altri, ma sapeva cosa dire, era molto solare. Lui era uno che “portava” tantissimo durante le uscite. Aveva una grande forza fisica e non si tirava indietro, per questo adesso siamo ancora più scossi».

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