Ladri in parrocchia a Conche di Codevigo, il don risolve il caso

Cinque ragazzi denunciati per aver rubato birre e soldi, decisive le indagini del parroco. «Ma sono molto deluso da loro»
BELLUCO.INTERVISTA PARROCO CONCHE DI CODEVIGO.don Massimo Fasolo
BELLUCO.INTERVISTA PARROCO CONCHE DI CODEVIGO.don Massimo Fasolo

CODEVIGO. Ci sono occasioni in cui un abito talare può più di una divisa. Quando si tratta di toccare le anime e scuotere le coscienze, per esempio. È quanto accaduto nella piccola frazione di Conche, dove è servito l’intervento risolutore del parroco per risolvere il giallo estivo del furto nel nuovo patronato. Quando don Massimo Fasolo ha deciso di vederci chiaro, ciò che era stato rubato è ricomparso, restituito e ricomprato. Tutto bene quel che finisce bene? Non proprio, perché se da un lato si potrebbero aprire tanti interrogativi su come una comunità cresce i propri figli, dall’altro ci sono anche inevitabili risvolti giudiziari. Cinque giovani, tutti residenti in zona, dai 18 ai 20 anni - e tra loro anche una ragazza e un minorenne - sono stati denunciati per furto aggravato in concorso.

I fatti. A inizio luglio qualcuno si era introdotto di notte nel nuovo centro parrocchiale, inaugurato con una grande festa solo qualche giorno prima. Un’opera attesa da oltre un decennio, realizzata grazie ai sacrifici dei parrocchiani e al contributo finanziario fondamentale del Gruppo culturale e ricreativo di Conche. Quella sera erano spariti 230 euro in contanti e una settantina di lattine di birra. I carabinieri, ricevuta la segnalazione, hanno iniziato a indagare ascoltando testimonianze, identificando qualcuno grazie ai filmati a circuito chiuso posti nelle vicinanze e raccogliendo indiscrezioni. Poi, qualche giorno fa la svolta, grazie all’intervento del curato che evidentemente ha capito che non bisognava fare ricerche tanto estese. Gli autori del furto, infatti, sono tutti ragazzi che frequentano il centro parrocchiale e che, approfittando dell’assenza del prete, avevano prima sottratto dalla canonica le chiavi del centro e in un secondo momento vi si erano introdotti furtivamente. «Non nascondo una profonda delusione personale», dice ora don Massimo. Le valutazioni personali però finiscono qui, lasciando spazio a considerazioni di più ampio respiro. In servizio a Conche da qualche anno, non dimentica infatti la lunga esperienza nel ruolo di educatore e insegnante alle scuole medie oltre, ovviamente, quella come sacerdote e guida spirituale di una comunità. «Purtroppo nelle nuove generazioni», dice, «spesso manca una coscienza morale ed etica. Il materialismo porta a considerare il denaro come unico valore e questo può spingere a fare di tutto per appropriarsene». L’ultimo pensiero è per i risvolti sull’intera comunità parrocchiale: «Questi ragazzi devono capire che il loro gesto non ha danneggiato tanto me quanto tutta la loro comunità che ne esce ferita».

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