L’allarme corre sui social «Ecatombe di piccioni» Ma era tutto un falso

il falso allarme
Tutti morti, estinti o sterminati. Colpa del mangime antifecondativo. Investiti perché «non stavano bene». A un certo punto, domenica pomeriggio, gli utenti social con connessioni padovane hanno cominciato a veder girare questa denuncia: foto di un piccione (vivo e apparentemente sano) e messaggio con uso generoso di maiuscole: «Scomparsi tutti i piccioni a Padova. Pare che il Comune abbia dato il mangime con antifecondativo. Però avrebbero dovuto non riprodursi, non scomparire». Nonostante l’approssimazione (pare che...), la notizia ha innescato una di quelle catene cariche di indignazione che spesso saltano tutte le verifiche, generando anche reazioni bizzarre: «Facciamo fare un’autopsia», ha proposto qualcuno. «Appena ne troviamo uno...», ha risposto un altro. E per ogni denuncia c’era un invito: «Mandiamo mail per pretendere spiegazioni di tale ecatombe». A seguire, indirizzi del comune, dell’assessore all’Ambiente Chiara Gallani e dei suoi uffici. Lunedì, manco a dirlo, le caselle di posta del settore Ambiente erano già piene di messaggi copincollati, che rilanciavano lo stesso messaggio. Una funzionaria assai paziente si è presa la briga di rispondere: «Non ci risulta che nel centro storico non siano più presenti piccioni. Ogni mattina, contemporaneamente alla somministrazione del mangime antifecondativo, vengono contati e risulta dall’inizio stagione una diminuzione in sintonia con l’obiettivo di controllo della popolazione, pari a circa il dimezzamento del numero di individui. Non abbiamo rilevazioni di morie di animali dall’Usl».
Caso chiuso? Neppure a parlarne. Certe catene, si sa, sono veloci a partire, ma difficili da fermare. Infatti martedì, con il mailbombing ancora in corso, perfino il sindaco Giordani si è sentito in dovere di intervenire sui social per spiegare che i piccioni - per fortuna o purtroppo - sono sempre lì. «Stanno bene», ha scritto il sindaco, allegando foto di due piccioni intenti a beccarsi amorevolmente. «Svolazzano tra monumenti, bancarelle e tavolini dei bar. E tubano tra loro, scambiandosi teneri baci col becco». Anche l’assessore Gallani ha rassicurato tutti. E poi ha spiegato anche meglio: «I piccioni non hanno problemi. Durante il lockdown, con il centro deserto, si erano spostati verso le periferie, dove evidentemente qualcuno dava loro da mangiare. E ora continuano a farlo, anche come conseguenza del trattamento antifecondativo. Semmai l’Usl ci segnala che sta aumentando la presenza di corvi e colombacci, antagonisti dei colombi, il che evidentemente costituisce un ulteriore fattore di migrazione di questi ultimi». Insomma, l’ecatombe può attendere. —
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