L’ambulanza va via, anziana muore un’ora dopo

CONSELVE. Saranno le indagini a chiarire le cause e le circostanze della morte di Anna Maria Bruno, 72 anni, deceduta martedì mattina nella sua casa, un’ora dopo l’intervento di un’ambulanza su chiamata della figlia. Sul mancato trasporto in ospedale vi sono due versioni opposte. Da una parte la figlia sostiene di aver chiesto espressamente il ricovero, dall’altra i vertici dell’Usl smentiscono. L’unica certezza, finora, è che la donna è morta nella sua camera da letto poco meno di un’ora dopo la partenza dell’ambulanza. I carabinieri di Conselve hanno raccolto le testimonianze e il magistrato di turno ha disposto l’autopsia sul corpo della donna.
«Da alcuni giorni mia madre stava quasi sempre a letto» racconta la figlia Daniela Chioetto «e il medico curante le aveva prescritto l’ossigeno. Soffriva di fibrillazione atriale ed era in cura, mentre l’inverno scorso era stata inferma a causa di una sciatalgia. Ieri mattina è scivolata dal letto finendo a terra. Io da sola non ce la facevo ad alzarla, anche perché pesava 80 chili. Inoltre vedevo che non stava bene, così ho chiamato il 118». Una volta arrivati a Conselve gli operatori sanitari hanno rimesso la donna a letto e hanno contattato il medico di base. Da qui le due versioni discordano «Mi hanno detto che sarebbe stato inutile portarla in ospedale perché non c’erano gli estremi per un ricovero» racconta Daniela «e l’avrebbero dimessa nel giro di qualche ora. Io ho fatto presente che secondo me era il caso di farle qualche altro accertamento visto che la vedevo sofferente ma non c’è stato nulla da fare. Il personale del 118 mi ha risposto che dovevamo solo organizzarci meglio a casa chiedendo maggiore assistenza. Io non ho firmato nulla e se ne sono andati. Dopo meno di un’ora mia madre si è sentita male ed è morta fra le mie braccia. Adesso voglio la verità».
L’Usl 17 replica con una ricostruzione nettamente diversa. «L’Azienda esprime il proprio cordoglio per la scomparsa della signora Bruno» si legge in una nota «e è disponibile a fornire le informazioni utili a chiarire l’esatta dinamica dei fatti e le cause di morte. L’Azienda è altresì convinta del corretto operato dei propri operatori, che fin dalla prima uscita dell’ambulanza hanno suggerito di trasportare la signora in ospedale per una serie di controlli, tanto che avevano già spostato i mobili della camera da letto per poter far passare la barella. Il ricovero non è avvenuto su preciso rifiuto della signora e della figlia, che ha firmato un documento di rifiuto al ricovero contro il parere degli operatori dell’ambulanza che al contrario hanno insistito fino all’ultimo per il trasporto in ospedale».
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