No al maxi supermercato Lando: l’azienda al Tar contro il Comune di Padova
Negato l’ampliamento della struttura fino a 4 mila metri quadri nella vicina area ex Sangati. Guerra legale attorno all’unico punto vendita di alimentari presente in zona industriale

No al maxi supermercato Lando in zona industriale. E la società ricorre ancora una volta al Tar contro Palazzo Moroni.
Un nuovo capitolo si aggiunge alla lunga querelle legale che ha contrapposto l’amministrazione comunale alla società fondata dal novantenne Artemio Lando e gestita oggi dal figlio Leonardo.
Dopo aver ottenuto la possibilità di traslocare il punto vendita esistene nell’adiacente area ex Sangati, la società della grande distribuzione ha rilanciato chiedendo di trasformarlo da media struttura da 2.500 metri quadri in un grande supermercato da oltre 4 mila, con altri mille di ristorazione.
Un complesso enorme che si è scontrato con il secco no del Comune, che sui nuovi supermercati ha ormai alzato un muro, come dimostra la vittoria al Tar che ha stoppato l’apertura di un nuovo Aldi in via Sarpi.
Un maxi supermercato in zip
In questo caso il no del Comune è stato secco e motivato da esigenze urbanistiche. L’esistenza di un supermercato in zona industriale è già un’anomalia rispetto alla vocazione produttiva con cui è nata la Zip negli anni ’60. Realizzare una grande struttura di vendita è completamente in contrasto con la programmazione urbanistica, anche in termini di gestione del traffico, della viabilità e della coerenza logistica dell’area.
Così il settore urbanistica di Palazzo Moroni ha respinto la proposta di un accordo pubblico-privato avanzato dalla F.lli Lando spa.
Il progetto del gruppo era quello di trasformare l’attuale supermercato in un negozio di materiale per l’edilizia e spostarsi nell’enorme area ex Sangati (26 mila metri quadri proprio a fianco dell’attuale punto vendita) per realizzare un ipermercato da 4 mila metri quadri, un ristorante da mille metri quadri a servizio di tutti i lavoratori della Zip e anche il magazzino del fresco che servirebbe tutti i 15 punti vendita del gruppo. Un gruppo che con oltre 1.700 dipendenti può vantare un fatturato che supera i 700 milioni. La necessità di grandi spazi è insita nel modello di vendita dei supermercati Lando.
Nei negozi si trovano oltre 100 tipi diversi di acqua minerale ed oltre 50 di carta igienica, di diversi formati; la carne è esposta in mezzene che vengono lavorate e porzionate a vista. Questo perché l’obiettivo è quello di mettere a disposizione della clientela la più ampia gamma di merci possibile.
La battaglia legale
Già ottenere la possibilità di spostare il supermercato (limitandolo a 2.500 metri quadri) era costato alla F.lli Lando una lunga battaglia legale. L’ipermercato in corso Stati Uniti infatti esiste dal 2000, mentre è del 2010 l’acquisto dell’area ex Sangati per 20 milioni di euro.
Nel 2020 il primo confronto al Tar contro il Comune che negava la possibilità del trasloco era finito – dopo alterne vicende – con una vittoria ai punti dell’azienda privata. Dopo lo spostamento adesso quindi il tentativo di farsi autorizzare l’ampliamento.
L’argine del Comune
Palazzo Moroni, adesso, dopo le tante aperture degli anni scorsi, ha eretto un argine contro i nuovi supermercati. Poche settimane fa ha avuto infatti ragione davanti al Tar nei confronti di Aldi, altro marchio tedesco della grande distribuzione che aveva chiesto di aprire un nuovo punto vendita in via Sarpi, nella grande area di via Belfiore acquistata dalla precedente proprietaria dell’area Adina Agugiaro, che però aveva avuto tra le prescrizioni del piano urbanistico attuativo dell’area «il vincolo di destinare il realizzando edificio a media struttura di vendita non alimentare».
Si possono dunque realizzare due piccoli negozi di 500 metri quadri e non un unico supermercato da mille. I giudici del Tar hanno respinto la richiesta dell’azienda, che sta comunque realizzando in questi mesi un nuovo complesso residenziale.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova