L'annuncio: «Capua lascia l’Italia». Lei smentisce: «Non ho deciso»
PADOVA. La notizia è arrivata dall’assessore regionale Elena Donazzan, che l’ha condivisa con il popolo di Twitter in una sorta di augurio ad alta voce: «Ilaria Capua lascerà l’Italia per proseguire la sua ricerca all'estero. Buona vita Ilaria, e fai grande l'Italia con le tue scoperte!». Interpellata sull’argomento, l’assessore ha poi puntualizzato che la sua voleva essere, più che altro, «una riflessione»: «L’ho appreso da lei, anche se non nei particolari, e ho vissuto questo annuncio con amarezza e orgoglio. È un esempio di eccellenza che ci rappresenterà all’estero, ma è anche l’ennesimo “cervello in fuga” che se ne va» spiega Donazzan. «Ilaria Capua» continua l’assessore, «ha sempre voluto rimanere in patria, nonostante le fossero state fatte diverse offerte dall’estero, tutte molto prestigiose. Ha sempre privilegiato il suo attaccamento dall’Italia, rifiutandosi di lasciarla, ma dopo il trattamento che ha ricevuto ora è molto combattuta, e sta valutando altre possibilità».
La Capua, eletta nel 2013 deputata di Scelta Civica per volontà di Mario Monti e nominata vice presidente della commissione Cultura alla Camera, è una veterinaria e virologa di fama mondiale. Alcune sue iniziative, in campo scientifico, hanno inciso sulle decisioni di organizzazioni come l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura), sono state discusse dalla stampa internazionale, dal Wall Street Journal al New York Times, e riprese dalle più prestigiose riviste scientifiche, tra cui Science e Nature. Per Scientific American è una dei 50 scienziati più influenti al mondo. Fino all’elezione alla Camera, era responsabile del Dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie, con sede a Padova. È stata poi protagonista di tormentate vicende scientifiche, e soprattutto giudiziarie, che ben spiegano l’allusione della Donazzan.
Per un paio d’anni è stata oggetto di contesa tra il suo datore di lavoro, lo Zooprofilattico, ed il governatore della regione Veneto Luca Zaia, disposto a finanziare piani da milioni di euro pur di vederla alla Torre di Ricerca della Fondazione Città della Speranza, dove alla fine è temporaneamente entrata grazie ad un progetto di ricerca. Ad aprile di quest’anno, però, l’immagine della Capua è stata offuscata dall’ombra di accuse pesanti, arrivate dagli Stati Uniti e rimbalzate al tribunale di Roma: traffico di virus, con «virus dell'aviaria spediti dall'estero in Italia in plichi anonimi, senza nessuna autorizzazione e violando le norme di sicurezza, per produrre vaccini. Con il rischio di diffondere l'epidemia». La Capua aveva prontamente smentito e l’indagine è in corso. Ma solo un mese dopo, nel corso di un evento, aveva rivolto alle donne medico un messaggio che forse lasciava già trasparire i propositi futuri: «Donne per riuscire ad esprimere il vostro talento non abbiate paura di spostarvi all’estero anche con i bimbi piccoli».
La nota di Ilaria Capua: "Non ho ancora deciso". «Nessuna decisione definitiva è stata assunta» dalla ricercatrice Ilaria Capua, in merito ad un suo trasferimento all'estero. Lo precisa una nota diffusa dalla stessa Capua, che rimane in aspettativa per mandato parlamentare dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Padova, dopo le voci che si erano diffuse nelle ultime ore su un suo possibile lavoro fuori dall'Italia. Capua, deputata di Scelta Civica per l'Italia e vicepresidente della commissione Cultura di Montecitorio, sottolinea che da anni «le pervengono offerte di lavoro da istituzioni straniere, visti il perimetro e l'eco sovrannazionale delle attività svolte con il suo gruppo di ricerca». «La mobilità dei ricercatori - conclude - è da considerarsi fisiologica nel percorso di carriera e crescita di uno scienziato: ne guadagnano sia l'istituzione di origine sia quella di destinazione. È proprio attraverso la collaborazione a livello internazionale che si creano i team di ricerca più competitivi».
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