L’appello della città: «Ridateci la scuola di Cardiochirurgia»

Lettera di istituzioni e politici padovani ai ministri Profumo e Balduzzi. Ultimatum a Roma perché vengano rispettati i patti
BELLUCO CENTRO GALLUCCI PADOVA BELLUCO CENTRO GALLUCCI PADOVA
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PADOVA. L’anno scorso hanno lottato fino all’ultimo respiro, ma contro i mulini a vento. Quando è esploso il caso dello “scippo” di Cardiochirurgia da parte di Verona, i “giochi” ministeriali erano conclusi: l’ateneo scaligero aveva già portato a casa la sua vittoria.

Ora, con una lettera sottoscritta dal gotha delle istituzioni e della politica, Padova torna all’attacco per difendere la memoria di Vincenzo Gallucci, la qualità del lavoro svolto dal suo erede Gino Gerosa. E’ iniziato il conto alla rovescia: c’è tempo fino a fine mese per far sentire la propria voce a Roma. Per questo motivo la città ha schierato l’artiglieria pesante: una presa di posizione trasversale, una “lobby” in difesa di Padova.

La città del Santo non chiede solo di tornare ad essere sede della scuola di Cardiochirugia, desidera che anche Reumatologia faccia ritorno all’ovile. Motore dell’appello inviato al ministro dell’Università Francesco Profumo e a quello della Sanità Renato Balduzzi, il consigliere regionale del Pd Claudio Sinigaglia. Ha coinvolto il sindaco Flavio Zanonato, il rettore Giuseppe Zaccaria, il presidente della Provincia Barbara Degani, i parlamentari padovani e una sfilza di consiglieri regionali.

«La nostra richiesta è che quest’anno, di concerto con il ministero della Salute, il Miur (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) proceda secondo un’applicazione corretta e rigorosa dei parametri fissati dalla legge per l’attribuzione del ruolo di ateneo capofila delle scuole». Sinigaglia sgombra il campo da interpretazioni campanilistiche: «La nostra non è una battaglia contro Verona. Noi chiediamo a Francesco Profumo e a Renato Balduzzi di avere ciò che la nostra Università e la nostra scuola medica meritano. Lo dicono l’indice di complessità e il numero degli interventi eseguiti, la qualità della ricerca, il numero delle pubblicazioni scientifiche».

Zanonato e Sinigaglia, che ieri hanno dato avvio alle sottoscrizioni, dopo le dichiarazioni di intenti ministeriali dell’anno scorso, chiedono che vengano rispettati i patti: «A seguito delle proteste intervenute ai più diversi livelli dopo le decisioni assunte dal decreto del Miur del 31 marzo 2011 sopra citato, il ministro Fazio, dopo aver ricevuto i rettori di Padova e Verona, assunse pubblicamente l’impegno di ripristinare nell’anno 2012 l’attribuzione all’Università di Padova del ruolo di sede capofila per le scuole di Cardiochirurgia e Reumatologia». Il primo sottoscrittore dell’appello non manca di ricordare pure l’impegno preso dalla Regione: «Anche l’assessore alla Sanità Luca Coletto, rispondendo ad un’interrogazione, ha dichiarato che la determinazione assunta dal ministero sull’aggregazione della scuola può essere oggetto di una nuova valutazione che deve essere effettuata per l’anno accademico 2011/2012. Coletto ha poi aggiunto che le convergenti considerazioni relative all’alta qualità del lavoro svolto, alla lunga tradizione storica e al prestigio della scuola patavina costituiscono le premesse sicure per una soluzione rispondente alle aspettative e alle esigenze della rete formativa regionale e nazionale». Dopo le promesse dello scorso anno, Padova è decisa a riportare a casa ciò che le spetta di diritto.

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