L’appello delle gattare per le colonie dei micetti

MONSELICE. Una grande comunità a Monselice composta da 30 colonie di gatti randagi. Sono 21 le colonie feline registrate regolarmente e altre 9 in via di registrazione, sparse nella cittadina murata. E ogni “famiglia” di gatti ha una o più “gattare” che si occupano di nutrire, accudire e controllare lo stato di salute dei mici. Difficile dare un numero preciso dei gatti presenti a causa delle varie migrazioni, ma si stima siano almeno 10 gatti a comporre ogni colonia per un totale di oltre 300 amici pelosi che non hanno casa ma delle persone pronte ad aiutarle. Come accade ad Antonella Bergamini, responsabile di varie colonie e punto di riferimento per la sterilizzazione. Nell’ultimo anno infatti sono state oltre 200 le gatte a cui è stato impedito chirurgicamente di riprodursi. Perché il lavoro delle gattare non si limita a portare il cibo e a tenere pulito l’ambiente in cui vive la colonia, ma è anche un lavoro di cure ed attenzioni verso gli animali. Infatti si sta provvedendo a tabellare ogni singola colonia con un pannello informativo che riporti il numero di registrazione della stessa, il numero telefonico del responsabile per qualsiasi evenienza. Un lavoro di volontariato, svolto da persone che dedicano il loro tempo ed impegno ai gatti meno fortunati. «Ci mancano risorse, anche se i veterinari ci aiutano moltissimo, anche il comune contribuisce a sostenerci acquistando il cibo, ma serve più attenzione da parte del Usl 6» commenta Antonella. «Il nostro è un impegno quotidiano che ci siamo prese, e per questo avremmo bisogno di una struttura presente nel territorio che ci assicuri di riuscire a sterilizzare quante più gatte possibili. Oltre a un percorso di sensibilizzazione della cittadinanza».
Anche la polizia muncipale ha fatto la sua parte: da quattro anni nella sede di Monselice ha trovato casa Pissy, una bella ed affettuosa gatta arrivata per caso che i vigili hanno nutrito ed accudito. —
Giada Zandonà
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