Larve nell’insalata bio a scuola indagato manager di Dussmann

Larve di insetto nell’insalata biologica: due casi in un solo giorno, il 25 ottobre scorso, nelle mense di altrettante scuole dell’obbligo di competenza comunale, gli istituti primari (ex elementari) a tempo pieno “Cornaro” in via dell’Orna 15 e “Deledda” in via Cortivo. Troppo. Proteste dei genitori, immediata segnalazione dei dirigenti scolastici in municipio e dal Settore servizi scolastici del Comune, con sede in via Raggio di Sole, alla procura della Repubblica.
A tempo di record, il pubblico ministero Francesco Tonon ha aperto l’inchiesta e disposto tutti gli accertamenti: nel registro degli indagati è finito Luca Pedaso, brianzolo 45enne, responsabile della Direzione gestionale e commerciale del segmento ristorazione scolastica della società Dussmann service srl che gestisce le mense delle scuole comunali. Tuttavia l’inchiesta va verso la chiusura e il magistrato si prepara a esercitare l’azione penale che potrebbe concludersi con una citazione diretta a giudizio o con la richiesta di un decreto penale di condanna. L’accusa contestata è la violazione dell’articolo 5 della legge 283 del 30 aprile 1962 che disciplina la produzione e la vendita di sostanze e bevande alimentari. Articolo che, tra le altre cose, vieta «di impiegare nella preparazione di alimenti... sostanze insudiciate, invase da parassiti... in stato di alterazione o in cattivo stato di conservazione....».
Il 3 novembre il dirigente dei Servizi scolastici comunali Fiorita Luciano aveva trasmesso una segnalazione alla procura e anche al Sian (Servizio igiene alimenti e nutrizione) dell’Usl 16: «Si segnala che il 25 ottobre presso la scuola primaria Cornaro in via dell’Orna durante la distribuzione del pasto è stato trovato all’interno di un piatto servito a un alunno un verme (poi si accerterà una larva di insetto). Si precisa che la medesima problematica è stata riscontrata nella stessa giornata presso la scuola primaria Deledda, tuttavia il corpo estraneo non è stato conservato correttamente e pertanto è stato eliminato» si legge nella nota ufficiale. Sempre il Comune aveva subito trasmesso la contestazione di irregolarità alla ditta Dussmann. Due casi tutt’altro che unici: solo nell’ultimo anno sarebbero stati una decina gli episodi analoghi che il Comune si sarebbe limitato a segnalare senza alcun intervento concreto a tutela di chi mangia quotidianamente in mensa.
Dussmann (sede italiana a Capriate in provincia di Bergamo) ha realizzato nel 2013 all’Interporto un centro di cottura, attrezzato con macchinari all’avanguardia, destinato a restare, al termine dell’appalto, al Comune di Padova: l’edificio che lo ospita sorge su un’area di ottomila metri quadri e ha una superficie coperta di duemila metri. Un investimento di 4 milioni di euro che la multinazionale tedesca aveva concordato con Comune e Interporto: dal 2012 (durante la giunta guidata da Flavio Zanonato) gestore del servizio mense per le scuole della città, Dussmann produce 5.500 pasti al giorno per le scuole e i servizi domiciliari e 2.500 derrate a crudo per le cucine interne alle strutture. «È uno dei migliori centri cottura in termini di innovazione» aveva spiegato il manager di Dussmann Luca Pedaso, «L’amministrazione comunale è stata lungimirante a investire, anche in tempi di crisi, in un progetto innovativo che rimarrà a beneficio della comunità». Il centro è stato sottoposte a verifiche dagli inquirenti e non è stato riscontrato nulla di anomalo in quella fase di lavorazione dei cibi.
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