Laurearsi a Padova costa fino a 100 mila euro

PADOVA. Università, quanto ci costi: quanti genitori l’avranno pensato, sborsando centinaia di euro (anche 500) per un solo tomo di medicina o per un manuale di diritto. O ancora per pagare l’affitto, la retta, l’abbonamento ai mezzi di trasporto o la mensa. Perché l’accademia, a fronte di una prospettiva occupazionale sempre più fragile, richiede un investimento iniziale molto consistente, che forse negli ultimi anni ha scoraggiato più di qualche indeciso. Per avere un’idea delle spese da affrontare ci sono molti modi: uno di questi è offerto da un calcolatore automatico online, reso disponibile dal sito del Sole 24 Ore.
Il sistema richiede una serie di informazioni (reddito familiare, settore di studio, se lo studente vive in casa o in appartamento, prende i mezzi o no, mangia in casa o in mensa) e fornisce una prospettiva di spesa media. Le cifre suggerite, per 5 anni di studio, vanno più o meno tra i 25 e i 100mila euro, a seconda ovviamente dei parametri inseriti. Ipotizziamo quindi che una famiglia padovana, con un reddito medio-basso (inseriamo 30mila euro l’anno) abbia un ragazzo da iscrivere a un corso di ambito umanistico. Ipotizziamo anche che la famiglia viva relativamente vicino al centro e che quindi lo studente, per muoversi, usi prevalentemente la bicicletta: la spesa complessiva, per 5 anni, è di 27.220 euro. Di questi, 9.269 andranno via in tasse, e altri 5.600 in libri, cartoleria, computer o altri accessori. Ben 12mila euro saranno spesi in vitto, perché spesso gli studenti, tra mensa e bar, hanno bisogno di pranzare fuori. Se poi aggiungiamo l’abbonamento ai mezzi pubblici ci scappano 1.200 euro in più. D’altro canto, si sa, i libri di letteratura costano solitamente un po’ meno rispetto a quelli delle materie scientifiche, e anche le tasse richieste risultano, a parità di reddito, inferiori. Immaginiamo quindi che la stessa famiglia, con lo stesso reddito e residente nella stessa abitazione, abbia quindi un figlio da iscrivere non a Lettere ma a un corso di Ingegneria. La spesa arriva, in questo caso, intorno ai 30mila euro: le tasse risultano invariate (circa 9.200 euro) ma la spesa per i testi da studiare passa da 5.600 euro ad 8.300, esattamente un terzo in più. Se la stessa famiglia, poi, avesse un figlio che decide di iscriversi non a Lettere ma a Medicina, che ha un ciclo unico di 6 anni, l’investimento raggiunge quasi i 35mila euro: 11mila di tasse, 10mila di libri, 14mila di mensa. La spesa schizza, ovviamente, per gli studenti fuori sede.
Ipotizziamo una benestante famiglia di Belluno, che come molte ha la casa di proprietà ed entrambi i genitori che lavorano. Inseriamo un reddito annuo di 60mila euro e immaginiamo che lo studente si trasferisca a Padova prendendo una stanza in affitto. La spesa è di circa sessantamila euro, la voce più consistente è la sistemazione: circa 20mila euro. Se il ragazzo decidesse di vivere da solo, però, la spesa complessiva salirebbe fino a quasi 100mila euro. Cifre da capogiro, che forse in tempo di crisi hanno collaborato, altrove, a far crollare le iscrizioni. L’ateneo padovano, invece, continua a rappresentare una felice eccezione: sarà la solidità della sua storia, o l’eccellenza registrata dalle indagini nazionali, fatto sta che i numeri continuano a crescere. Per quanto riguarda la tassazione, poi, è in arrivo una novità positiva per le famiglie: a fronte di una rimodulazione dei criteri a livello nazionale, che ha portato molti studenti a perdere la borsa di studio o molte famiglie a cambiare fascia di reddito, al Bo è in corso una riorganizzazione che, secondo quando annunciato, aiuterà a ripristinare la situazione precedente.
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