Lazzaro 1915, un super balzo La Montanella lo imita

Un punto in più per entrambi: il primo raggiunge Storie d’amore a quota 15 il secondo si affianca ai confermati Meridiana e Lavit con 14,5 punti
MALAMAN RISTORANTE PONTELONGO MALAMAN RISTORANTE PONTELONGO
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PADOVA. La sorpresa arriva da Pontelongo. E non è mica tanto una sorpresa, visto che Piergiorgio Siviero, lo chef che ha portato il Lazzaro 1915 sul terzo gradino del podio provinciale (alle spalle dei due locali della famiglia Alajmo: Calandre e Montecchia), è stato finalista al concorso Bocuse d’Or nel 2011 e soprattutto allievo del grande Alain Ducasse. Siviero, con il suo Lazzaro 1915 ricavato dal papà e dallo zio in un accattivante stile minimal accanto all’albergo di famiglia, il “Trieste”, ha raggiunto in classifica il confermatissimo Storie d’amore di Borgoricco, il ristorante di Massimo Foffani e dello chef Davide Filippetto, allievo di Ivano Mestriner all’ex Dal Vero.

Ottiene finalmente il riconoscimento che merita per la sua storia e per il suo stile in cucina La Montanella di Arquà Petrarca, dove il buon gusto si trova nel piatto, negli ambienti e nella cortesia dei titolari Giorgio e Biancarosa Borin. Il locale ha meritato un 14,5 dalla guida, come i confermati La Meridiana di Piove di Sacco (che si fregia pure della stella Michelin) e il Lavit di Rubano, sostenuto dalla passione infinita di Elian e Joseph Layousse.

A quota 14 (con freccia che indica “in crescita”) troviamo Il Baretto di Albignasego di Luciano Cesaro, un tutto-pesce di successo, e il Boccadoro di Noventa, una sicurezza per i gourmet padovani che proprio martedì ha dato un saggio della propria bravura organizzando una cena di gala dedicata all’autunno in Villa Valmarana, con 250 ospiti, buffet nel parco, musica veneziana e fuochi d’artificio. La famiglia Piovan, come del resto i Borin della Montanella, è anima dell’associazione Ristorantori Padovani. A 14 figura pure il Sasso di Castelnuovo di Teolo, dove opera Lucio Calaon, uno dei “filosofi” della qualità a tavola. A 13,5 altre conferme cristalline: La Torre di Monselice e La Tavernetta di Fontanafredda di Cinto Euganeo, locali dove lavorano, rispettivamente, Norberto Gallo ed Erwin Mazzagg, due solisti della ristorazione d’autore. Due certezze in fatto di stile e di primizie in cucina.

A 13 merita la freccia il Letizia di Aldo Cesaro, altra presenza di sicuro affidamento in tema di cucina di pesce. Si trova a Due Carrare. 13 pure per l’accogliente Hostaria San Benedetto di Montagnana, ospitata in un palazzo del centro storico, e per l’Officina di Marco Martinucci a Padova (da provare gli spaghetti con i ricci di mare). 13 anche per il Montegrande di Rovolon, tempio della famiglia Cristofanon, che il 22 ottobre festeggerà i 40 anni di attività. Stessi punti anche per la sempreverde Antica Trattoria Al Bosco di Saonara, della famiglia Daniele, e per Ai Porteghi di Padova, ottima sosta in centro.

A 12,5 si conferma l’Antica Osteria Bottari di Megliadino San Vitale, il locale preferito dalla campionessa olimpica Jessica Rossi. Propone un buon pesce. Stesso punteggio per il classico Da Mario di Montegrotto (bella continuità di rendimento) e per lo storico ristorante Da Marco, figlio del “Marco Moda” di un tempo, dove da tre generazioni si fa qualità soprattutto con la carne e con i funghi. La famiglia Bazzan il 26 ottobre proporrà “I funghi diModa”. A 12 con freccia figura il Val Pomaro di Arquà, con La Scala di Abano, il Re Porco di Padova e lo scintillante Antica Quercia di Solesino. Meritato l’ingresso fra le enotavole di Osterie Moderne di Campodarsego, una fucina di idee e di eventi didattici, e di Godenda, il locale degli Agostini, gli ex stellati del “Casa Vecia” di Abano. Ottima cucina, grandi Champagne. Altri sette ristoranti padovani hanno ottenuto una semplice segnalazione.

Renato Malaman

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