Le case d’oro dei cardinali con veduta sul Cupolone

ROMA. Soldi, immobili, sprechi. In un concetto: “affari sporchi”. Ci sono gli affitti a “canone zero” con vista sul Cupolone e le sigarette scontate per i cardinali. Porporati che fanno abbattere muri di abitazioni per “rubare” al vicino ricoverato in ospedale una stanza e dipendenti vaticani che pagano 1,7 euro di affitto al mese per un appartamento di 92 metri quadri nel centro di Roma.
È l’Oltretevere, terra di mezzo dove privilegi e concessioni non sono mai stati messi in discussione nei secoli. «La Chiesa è noto - scrive Gianluigi Nuzzi in “Via Crucis” - possiede un patrimonio immobiliare sterminato e unico al mondo». Scorrendo le pagine del libro sembra che quel che accade attorno agli immobili della chiesa sia oscuro quanto lo sono i bilanci del Vaticano. «L’Apsa è proprietaria a Roma di migliaia di appartamenti (il Vaticano, nella Capitale, ne conta circa 5.000, ma non sa quanti ne possiede in totale: in un altro studio della prefettura degli Affari economici si evidenzia l’assenza di bilanci che mostrino il patrimonio immobiliare) che valgono cifre importanti», si legge ancora in quello che, insieme ad “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi, è già un bestseller. L’autore sottolinea come «leggerezza e furbizia» siano i tratti distintivi della gestione delle locazioni.
I più fortunati, stando alle carte, sono 68 cardinali, che alla voce affitto annuale hanno scritto “canone zero”. Tutte le case si trovano in zone di pregio: vicino al Vaticano, nel centro storico. La casa gratis i cardinali l’avrebbero fin quando ricoprono incarichi nella curia, poi dovrebbero pagare un canone calmierato di 7-10 euro a metro quadro. Praticamente nulla. Eppure, scrive Nuzzi, spesso mantengono qualche incarico per non pagare l’affitto. Nel palazzo che nei secoli passati ospitò l’Inquisizione, ci sono ad esempio monsignor Velasio de Paolis, presidente emerito della prefettura degli affari economici, che vive in 445 metri quadri, e il cardinale Franc Rodè, secondo il libro, amico personale di Maciel Degollado fondatore dei Legionari di Cristo e sospeso per atti di pedofilia, che ha una casa di 409 metri quadrati. Il cardinal Leonardo Sandri può invece godere di 502 mq mentre Marc Oullet di 467. Monsignor Rino Fisichella usufruisce di 415 mq mentre al cardinal Ravasi ne spettano 366. Uno di quelli che aveva la casa più piccola era proprio monsignor Vallejo Balda, ora in carcere: per lui “solo” 179 metri quadri. Il giornalista elenca anche i benefit. Da una lettera del segretario del Governatorato al cardinale George Pell, emerge che a favore dei porporati sono previsti uno sconto del 15% sui prodotti alimentari, che sale al 20% su sigarette e abbigliamento, e 100 litri di benzina al mese a prezzi di favore.
Ma non sono solo i porporati a godere di certi benefici. Su 5.000 immobili dell’Apsa nella sola Roma, un patrimonio di 2,7 miliardi, i canoni d’affitto sono inferiori ai mille euro e sono 715 quelli a canone zero. Per altri 115 soggetti il canone varia da 1,72 euro a 100 al mese. È il caso di un dipendente vaticano che abita a due passi da San Pietro: paga 20,67 euro all’anno per una casa di 97 metri quadri. Nel libro di Fittipaldi vengono menzionati anche politici, come Monica Cirinnà, deputata del Pd e prima firmataria del disegno di legge sulle Unioni Civili, che ha vissuto in un appartamento di propaganda Fidae per 360 euro al mese. «Ho speso 150 milioni di lire per ristrutturarlo - si difende - e questi soldi sono stati spalmati sui 12 anni di contratto».
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