Le firme di mille cittadini non salvano il centro prelievi
MONSELICE. Oltre due ore di Consiglio comunale per arrivare a conclusioni note: il punto prelievi non tornerà nel vecchio ospedale, la casa di riposo lo accoglierà entro qualche giorno, i cittadini che dissentono contro questa scelta sono centinaia, la comunicazione è stata piuttosto confusa.
Mille firme. Il Consiglio comunale di martedì è stata l’occasione per consegnare le mille firme raccolte da Pd e Monselice Riparte – con la benedizione del M5S – a sostegno della petizione che chiedeva la riattivazione del punto prelievi nel vecchio ospedale. Le minoranze hanno ribadito l’inopportunità di trasferire il servizio in casa di riposo, sottolineando come l’Usl 17 si fosse impegnata a mantenere servizi come questo in ospedali territoriali e lamentando una diversità di trattamento rispetto a Este, Montagnana o Conselve.
Il sindaco. Nel tirare in ballo una legge regionale che vieta la presenza di punti prelievi gestiti dall’Usl a distanza minore di 4 chilometri tra l’uno e l’altro (poi è emerso che le due strutture si trovano a 5 km), il sindaco Francesco Lunghi ha effettivamente tacciato di superficialità l’Usl 17, rea di non aver informato la cittadinanza sullo spostamento del servizio: «Il direttore Giovanni Pavesi non voleva fomentare casi politici e in questo ha sicuramente peccato». Lunghi ha inoltre sottolineato come il progetto di trasferire il punto prelievi in casa di riposo fosse disegnato da tempo e anzi, ha spiegato quale sarà il futuro del centro per anziani di via Garibaldi: «Oltre al punto prelievi, sarà avviato uno sportello per il ritiro dei referti e uno per la prenotazione delle visite specialistiche. Stiamo inoltre attivando la procedura per portare qui i 9 posti letto dell’ospedale di comunità: entro gennaio l’area che li ospiterà sarà ristrutturata». Nel difendere il proprio operato, Lunghi ha ricordato quali servizi saranno mantenuti nel vecchio ospedale (distretto, vaccinazioni, medicina legale, consultorio familiare), annunciando contestualmente l’imminente trasferimento dello Spisal da Conselve a Monselice, la partenza dei corsi di laurea infermieristica entro quattro mesi (il tempo di chiudere il cantiere) e l’aggiudicazione di un master per caposala che porterà in città altri 35 studenti. Sulle mille firme raccolte, il sindaco ha accusato le minoranze di strumentalizzazione: «Per i cittadini che prima venivano a piedi o in bici al vecchio ospedale cambierà veramente poco, vista l’esigua distanza della casa di riposo. Per chi arrivava in macchina, venire in centro o andare a Schiavonia è la stessa cosa».
L’opposizione. Proprio questa ultima affermazione ha scatenato la dura reazione delle minoranze, che l’hanno vista come una mancanza di rispetto verso il legittimo risentimento di oltre mille cittadini, perlopiù over 70. I gruppi d’opposizione hanno inoltre stigmatizzato la poca trasparenza di Lunghi e Pavesi: «Abbiamo assistito a un turbinio d’informazioni contrastanti che sono state date ai cittadini, aumentandone il disagio e il disorientamento. Lo stesso dg Pavesi in occasione di un incontro con noi aveva escluso l’ipotesi casa di riposo per poi smentirsi giorni dopo». «Pavesi aveva addirittura sostenuto che l’ambulatorio di medici H12 che si vuole attivare nel vecchio ospedale poteva essere l’occasione buona per confermare il punto prelievi in quel plesso», ha incalzato Vittorio Ivis. «Pavesi è in scadenza di mandato e in palio c’è un premio da 50 mila euro per l’efficienza dell’Usl: chiudere il punto prelievi di Monselice equivale a dirottare utenti a Schiavonia, dove il centro prelievi è sottoutilizzato, e dunque a rimettere il servizio del “Madre Teresa” su binari di efficienza». La mozione della minoranza è stata bocciata. «Non ci resta che vigilare sul nuovo servizio, nella speranza che almeno venga attivato al più presto», hanno chiuso dall’opposizione.
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