Le indagini in Provincia appalti e gare nel mirino

Deflagra come una bomba dentro l’università di Padova l’inchiesta sulle manutenzioni. E, subito, le schegge di quell’ordigno rischiano di ferire anche altre pubbliche amministrazioni, come la...
Deflagra come una bomba dentro l’università di Padova l’inchiesta sulle manutenzioni. E, subito, le schegge di quell’ordigno rischiano di ferire anche altre pubbliche amministrazioni, come la Provincia di Padova. Uno degli indagati è il geometra Massimo Montato, 43 anni di Ponso, funzionario capo del settore Patrimonio della Provincia. Già consigliere comunale per una lista civica nella precedente amministrazione del piccolo Comune della Bassa, dove vive in via don Fabiano De Nale, al funzionario è contestato il reato di concorso in turbativa d’asta. Come mai il suo nominativo è finito nell’inchiesta sul malaffare nell’ateneo? È entrato in contatto con alcuni impresari indagati, Massimiliano De Negri e Otello Bellon: sarebbero emerse alcune “anomalie” che hanno dirottato l’attenzione degli investigatori pure su appalti della Provincia gestiti da Montato. E pensare che il geometra era stato promosso al ruolo di funzionario-capo nel 2013, quando l’allora responsabile dell’ufficio gare, Massimiliano Berto (ora a processo), finì agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Pantano sulla gestione inquinata degli appalti pubblici.


Intanto da ieri sfilata di indagati e persone informate sui fatti in procura. Gli interrogatori continueranno mentre sono sotto esame i conti correnti degli arrestati e di alcune imprese. In particolare di due ditte, che fatturarono la De Negri 200 mila euro nel 2015 e 250 mila nel 2016; la Bellon srl 220 mila nel 2015 e 150 mila nel 2016.


Lunedì interrogatorio di garanzia per l’ingegnere Ravazzolo e De Negri davanti al gip Domenica Gambardella che ha firmato la misura cautelare.


Cristina Genesin


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