Le nanotecnologie gli fruttano tre anni da “star” in Canada

Un ricercatore di Cittadella, 27 anni, tra gli otto selezionati dalla Western per una borsa di studio da 150 mila dollari
Di Silvia Bergamin

CITTADELLA. Dall’Alta padovana al Canada: la passione per le nanotecnologie gli frutta una borsa di studio da 150 mila dollari per realizzare la ricerca dei suoi sogni. Pierangelo Gobbo, 27 anni, nel 2010 si è laureato in Chimica a Padova. Ha preso l'aereo «perché in Italia, si sa, non è semplice. Quindi mi sono mosso alla ricerca di nuove opportunità». Direzione Canada, destinazione London, città dove ha sede la University of Western Ontario. Pierangelo aveva delle idee, le ha messe a frutto, la Vanier Canada Graduate Scholarship l’ha inserito tra gli 8 meritevoli - su 165 - di ricevere un premio di 50 mila dollari l'anno. Spiega Gobbo: «La mia ricerca nel gruppo del professor Marco Workentin si concentra sulla progettazione, la sintesi e la reattività di nuovi nanotubi di carbonio», spiega. Il termine "nanotecnologia" indica genericamente la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare. «Per dirla in parole semplici, il mio lavoro consiste nel rendere animate delle particelle che sarebbero inerti; mi occupo di nanomateriali che solitamente vengono utilizzati nel campo della medicina e della biologia, con questa ricerca puntiamo a trovare nuove utilità nell'ambito delle scienze dei materiali». Il lavoro di Pierangelo potrebbe avere diverse applicazioni: «Sensorsing, stoccaggio, trasportatori di farmaci fotovoltaici a energia». Figlio di medici - papà Francesco è ginecologo, mamma Maria Laura Marciani medico di base - ha una sorella più grande che sta terminando la specialità in Medicina interna. «Mi sento un po' diverso, in famiglia sono tutti medici, io ho deciso di seguire un’altra strada».

Un ragazzo limpido, determinato: «Certo, mi manca un po' la famiglia, ma questa è una occasione straordinaria». Non solo laboratorio, libri e computer, Pierangelo è un mix di genio e disciplina, due virtù apprese anche grazie alla passione per il judo: «Mi ha insegnato a lottare, a raggiungere quello che mi sono prefissato. Fin da piccolo ho frequentato il Kyoto Judo Kai a Cittadella e ho continuato anche qui, in Canada. Alla Western ho creato un club di judo e insegno le arti marziali».

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