Le nuove case “divorano” l’area verde di San Vito La protesta dei residenti

VIGONZA

Sta suscitando forti discussioni, a San Vito, il Piano urbanistico di iniziativa privata che trasformerà parte di un’ampia area verde nel cuore della frazione in una nuova zona residenziale. L’area si trova tra via Pertini e via Chiesa e appartiene ad AltaVita Istituzioni riunite di assistenza. Il progetto prevede la realizzazione di 8 unità abitative per una volumetria di 6 mila metri cubi su 8.218 metri quadri.

Si tratta di edifici da monofamilari a quadrifamiliari di pregio, di altezza contenuta e con tetti piani, realizzati con caratteri di innovazione tecnologica sostenibile. Va detto che oltre la metà dell’area verrà utilizzata per l’edificazione mentre la restante sarà ceduta gratuitamente al Comune e diventerà un parco pubblico. L’impresa lottizzante realizzerà a proprie spese un percorso ciclopedonale di collegamento con la chiesa, la rete dell’illuminazione pubblica, la piantumazione di essenze arboree e la realizzazione di percorsi vita attrezzati nell’area verde che resterà di proprietà comunale.

Contro i nuovi insediamenti si sono schierati diversi residenti, amareggiati per la sparizione di un’area “storica” che ha visto correre e giocare generazioni di bambini. Parecchie persone sono venute a conoscenza dell’operazione solo di recente anche se il Piano degli Interventi che ha previsto la variazione urbanistica da area agricola a edificabile risale ad alcuni anni fa. I più vecchi ricordano che quell’area venne donata a una casa di riposo perché fosse destinata a pubblica utilità. L’intervento è stato presentato tempo fa durante un’assemblea pubblica.

«La criticità maggiore che abbiamo più volte manifestato è sulla viabilità» dice Stefano Romani del Comitato frazionale «la concentrazione di nuove famiglie farà aumentare il traffico e tutti sappiamo che San Vito ha due soli sbocchi». Più volte il Comitato ha proposto la realizzazione di una rotatoria a fagiolo sull’immissione a Noventa Padovana, una «soluzione necessaria e urgente». —

Giusy Andreoli

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